Criminalità / L’operazione

Furti nelle abitazioni in Val di Non, un 35enne straniero arrestato dai carabinieri della Compagnia di Cles

Nella sua abitazione in Val di Non sono state controllate altre due persone, risultate regolari, ma che in fase di perquisizione sono state trovate in possesso di una modesta quantità di hashish, evidentemente ascrivibile all’uso personale, e pertanto segnalate al Commissariato del Governo quali assuntori di stupefacenti

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VAL DI NON. Prosegue l’attività dei Carabinieri della Compagnia di Cles per contrastare i reati predatori e, in particolare, i furti in abitazione commessi in Val di Non, soprattutto nell’arco degli orari serali e notturni. Dispiegate ogni giorno svariate pattuglie con il compito di garantire la massima sicurezza ed il controllo dei territori dei Comuni nonesi, con particolare attenzione rivolta alle zone più isolate ed alle frazioni della bassa e dell’alta valle.

Nell’ambito dell’intensificazione dei servizi perlustrativi, svolti impiegando militari di 15 Stazioni e del Nucleo Operativo e Radiomobile del principale centro noneso, nel tardo pomeriggio di martedì 26 marzo, si è proceduto al controllo di un cittadino straniero 35enne, che si aggirava a piedi in una frazione del Comune di Predaia. Lo stesso presentava un passaporto albanese con visto d’ingresso in Italia e, con quelle generalità, non risultava alcun precedente. Ai militari del Nucleo Radiomobile di Cles, però, la presenza di quel soggetto tra le case di quella frazione non convinceva.
 

L’intuizione degli operanti si è rivelata corretta, infatti, la foto del passaporto, è stata processata con un sistema automatizzato di riconoscimento delle immagini che ha consentito di attribuire l’effigie del sospetto a quella di un cittadino albanese arrestato dai Carabinieri nel 2017 alla frontiera italo-francese di Ventimiglia (IM), poiché ricercato per espiare una condanna definitiva per reati contro il patrimonio commessi all’epoca in Provincia di Vicenza. Ovviamente, le generalità riportate sul documento non corrispondevano a quelle del soggetto in questione.
 

A quel punto i militari del Nucleo Radiomobile di Cles hanno proceduto alla compiuta identificazione mediante la comparazione delle impronte digitali, da cui è emerso che il soggetto era censito in banca dati con 4 diverse generalità fornite nel corso degli anni e che comunque era irregolare sul territorio nazionale poiché, appunto, già espulso nel 2017 con accompagnamento alla frontiera italo-albanese. Ne è conseguito l’arresto per violazione dell’articolo 13 del Testo Unico sull’Immigrazione, essendo rientrato in Italia prima dei dieci anni dall’ultima espulsione. Il Giudice del Tribunale del capoluogo trentino ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere in attesa del processo.
 

Infine, all’atto del suo arresto, i militari sono risaliti alla sua abitazione in Val di Non dove soggiornava provvisoriamente assieme ad altri due suoi connazionali, risultati regolari, ma che in fase di perquisizione sono stati trovati in possesso di una modesta quantità di hashish, evidentemente ascrivibile all’uso personale, e pertanto segnalati al Commissariato del Governo quali assuntori di stupefacenti.

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