Violenza / Giustizia

Condannato ad un anno per aver rotto il naso alla fidanzata con una gomitata: “Mi difendevo”

L'imputato ha cercato di spiegare che il colpo al naso è stato un incidente non voluto: aveva alzato il braccio per proteggersi dagli schiaffi e la fidanzata, fuori di sé, era andata a sbattere con il volto contro il gomito

DATI Violenza sulle donne, aumentati denunce e ammonimenti:

TRENTO. Con una gomitata ha rotto il naso all'allora fidanzata. Ha tentato di giustificarsi, ha sostenuto che il colpo è stato accidentale, anzi di essere lui vittima di violenza domestica, ma il giudice non gli ha creduto. La condanna ad un anno è stata confermata nei giorni scorsi dalla Corte d'appello, ma i fatti risalgono a qualche tempo fa, quando l'imputato aveva appena 24 anni e frequentava una donna che aveva quasi il doppio della sua età. Il rapporto non era molto equilibrato, come è emerso anche in aula, con lei che si è costituita parte civile e che ha ammesso a sua volta di aver alzato le mani.

L'episodio, legato a motivi di gelosia, era avvenuto in val di Non, nell'estate del 2021. Nel tardo pomeriggio il giovane era rincasato; il tempo di un saluto e subito era partita la lite. Lei sostiene di essere stata accusata ingiustamente di frequentare altri uomini; avrebbe reagito a queste illazioni e agli insulti che sono seguiti colpendolo al viso. Gli schiaffi (in questo caso schiaffi ricevuti) sono stati confermati dal giovane, che accusa la donna di averlo anche offeso sostenendo che lui non era andato al lavoro e che aveva bevuto troppo.

C'è poi stata un'escalation di violenza, con l'uomo che - da contestazioni contenute nel capo di imputazione - ha colpito la ex al viso, rotto la porta del bagno e sbattuto a terra un candelabro di vetro, riducendolo in mille pezzi. La donna si è costituita parte civile con l'avvocata Elena Biaggioni. Assistito dall'avvocato Matteo Pallanch, l'imputato ha cercato di spiegare che il colpo al naso è stato un incidente non voluto: aveva alzato il braccio per proteggersi dagli schiaffi e la fidanzata, fuori di sé, era andata a sbattere con il volto contro il gomito.

L'uomo è stato condannato ad un anno in abbreviato, dunque con lo sconto di pena previsto dal rito. La Corte d'appello, confermando la pena, ha ulteriormente condannato l'imputato alle spese di giudizio e al rimborso in favore della parte civile delle spese di patrocinio, pari a 1.900 euro.

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