Val di Non / Il caso

Coredo, le indagini dopo il ricovero di una bambina. Nel formaggio della malga è stata trovata una tossina

Scagionata da due differenti analisi l’acqua che alimenta la malga a Coredo, l’attenzione ora si concentra sugli alimenti a disposizione dei clienti della struttura, dopo il ricovero a Padova di una bimba trentina con sindrome emolitico-uremica (Seu)

ESAMI Bimba in rianimazione per infezione batterica: la causa non è l'acqua
IL FATTO Bimba di 4 anni in gravissime condizioni
SCHEDA/1 Sintomi e cura del batterio Escherichia coli
SCHEDA/2 Cosa è la "Seu”: la malattia acuta rara

di Marica Vigano'

TRENTO. Scagionata da due differenti analisi l’acqua che alimenta la malga a Coredo, l’attenzione ora si concentra sul formaggio: la conferma della presenza di una tossina stec su due dei latticini a disposizione dei clienti era emersa già nelle analisi disposte dall’Azienda sanitaria il giorno dopo la segnalazione del ricovero a Padova di una bimba trentina con sindrome emolitico-uremica (Seu). Sul caso della piccola di due anni e mezzo, tuttora ricoverata in rianimazione in condizioni serie, non si fermano le indagini della procura e dei carabinieri del Nas per chiarire se ci sia una correlazione, come possa essere stata trasmessa l’infezione ed eventuali responsabilità.

La procura ha iscritto nel registro degli indagati il legale rappresentante della malga, che fin dall’inizio ha manifestato la massima collaborazione con gli inquirenti. Il fascicolo è stato aperto con le ipotesi di reato di lesioni colpose gravi e violazione dell'articolo 5 della legge 283 del 1962, relativa alla disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande.

La malga rimane chiusa con provvedimento dell’Azienda sanitaria provinciale, fino al ripristino delle condizioni igienico-sanitarie. Risale al 14 luglio scorso il sopralluogo a Coredo del Servizio veterinario e del Servizi igiene degli alimenti dell’Azienda sanitaria, per un doppio controllo alla raccolta del latte e produzione dei formaggi, e alla parte relativa alla ristorazione.

Nel corso delle verifiche, predisposte all’indomani della segnalazione del ricovero della bimba, sono stati prelevati campioni di alimenti che i genitori della piccola ricordavano di aver consumato il giorno della gita in malga (a fine giugno) e, come prassi nei casi di tossinfezioni alimentari, è stato raccolto anche un campione di acqua.

Prima dei risultati dell’Azienda sanitaria sull’acqua sono arrivati quelli dell’amministrazione comunale che, per coincidenza, in quei giorni aveva effettuati l’analisi in autocontrollo: è stata rilevata nella condotta idrica una contaminazione batterica da escherichia coli.

Per motivi di non conformità dell’acqua potabile sono state immediatamente sospese le attività di cucina della malga, ossia di somministrazione degli alimenti, e di produzione del formaggio, con la prescrizione di una possibile riapertura solo all’esito di un successivo controllo da parte dell’Azienda sanitaria.

Il Comune di Predaia, il giorno 20, ha emesso un’ordinanza contingibile e urgente di divieto di utilizzo della sorgente a servizio di una vecchia malga e della struttura in cui la bimba è stata a pranzo con i genitori.

Nello stesso giorno sono arrivati i risultati delle analisi effettuate dall’Istituto zooprofilattico di Padova, con una prima conferma: su due campioni di formaggio è stata rilevata la presenza di una tossina stec (alcuni ceppi di escherichia coli sono definiti “produttori di Shiga-tossina” o stec).

Immediata la segnalazione alla procura, con l’avvio di ulteriori accertamenti da parte del Nas. Dunque malga chiusa e 450 forme di formaggio sequestrate.

Da quei latticini sono stati effettuati più campionamenti, in diverse date, per altre analisi presso l’Istituto zooprofilattico.

Non è escluso che ulteriori prelievi possano esserci anche nei prossimi giorni. Nel frattempo la questione idrica sembra tornata alla normalità: la conformità dell’acqua è stata evidenziata da due successive analisi. Il formaggio, dunque, è l’alimento che allo stato delle indagini rimane il possibile responsabile.

La certezza potrà arrivare dalla comparazione fra il tipo di tossina che ha causato la malattia della bambina e i risultati dei campioni di formaggio: la risposta spetta all’Istituto superiore di sanità, che dal 2005 aggiorna il Registro italiano sindrome emolitico uremica (Seu).

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