Val di Non / Il caso

Bambina in rianimazione per infezione batterica: la causa non è l'acqua della malga

Le analisi svolte dall'Apss stabiliscono che non vi è alcun legame tra la sorgente della zona montana in questione e l'infezione di escherichia coli che ha portato al ricovero d'urgenza della piccola di due anni

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TRENTO. Non vi è alcun legame tra l'infezione di escherichia coli che ha portato al ricovero in rianimazione di una bambina di due anni per sindrome emolitico-uremica e l'acqua di Malga Coredo.

Il risultato delle analisi - riporta il Tgr Rai di Trento - è stato comunicato alla sindaca dell'abitato, Giuliana Covi, dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento.

Le analisi erano state effettuate dopo l'infezione della bambina, per una possibile contaminazione della sorgente "Presa Malga".

A inizio luglio è stata riscontrata una presenza superiore alla norma di batteri, che però non sarebbero dello stesso ceppo che ha portato all'infezione.

In via preventiva, e dopo la segnalazione di alcuni casi di dissenteria, il 31 luglio la sindaca di Predaia ha emesso un'ordinanza di bollitura dell'acqua per usi alimentari nella frazione di Vervò, mentre il primo cittadino del Comune di Sfruz, Andrea Biasi, ha vietato l'uso dell'acqua a scopo alimentare (salvo bollitura). La malga, invece, è attualmente chiusa al pubblico.

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