L’allarme / Salute

Cancro al pancreas: in 15 anni venti morti a Dimaro Folgarida, in 30 mesi dieci nuove diagnosi

L’interrogazione di Claudio Cia (Fratelli d’Italia) alla giunta provinciale: fenomeno in forte crescita. Molte le ipotesi sulle cause. Si va dalla discarica all’inquinamento elettromagnetico

di Giancarlo Rudari

DIMARO. «Nessuno vuole fare né allarmismo né strumentalizzazioni, ma è necessario avere dati certi per capire le cause di questo preoccupante fenomeno ed evidentemente intervenire al più presto». Il "preoccupante fenomeno", di cui parla il consigliere provinciale di Fratelli d'Italia Claudio Cia nella sua interrogazione a risposta immediata, riguarda l'aumento della diagnosi dei tumori, in particolare quelli del pancreas, nel Comune di Dimaro Folgarida.

La premessa è fondamentale per Cia che non solo si fa portavoce di «numerose segnalazioni e testimonianze di ammalati o loro famigliari» ma riporta alcuni numeri «preoccupanti e significativi che non possono rimanere senza risposta».

Negli ultimi 15 anni a Dimaro/Folgarida sarebbero state venti le persone decedute a causa di adenocarcinoma al pancreas mentre negli ultimi due-tre anni addirittura dieci le nuove diagnosi, sempre per la stessa patologia, in persone di tutte le fasce di età, anche sotto i cinquant'anni.

«Una presenza tumorale che parrebbe in controtendenza con il resto del territorio e poco comprensibile se si considerano i dati della popolazione residente» scrive Cia; popolazione che per il centro solandro si attesta sui 2.200 abitanti.

Una situazione «della quale sono a conoscenza i medici ospedalieri e del territorio che non faticano ad individuare nella zona di Dimaro la provenienza di chi manifesta i sintomi della neoplasia del pancreas. Di fronte a questa drammatica realtà - ribadisce il consigliere provinciale di Fratelli d'Italia - non voglio allarmare nessuno, ma nemmeno si può tacere: bisogna andare a fondo su questo tema, è necessario, a meno che l'Apss non l'abbia già fatto da parte sua, effettuare uno studio epidemiologico serio e un'indagine per capire le connessioni tra causa ed effetto di questa elevata incidenza tumorale che riguarda sì il pancreas in maniera particolare e del tutto anomala rispetto ad altre aree del Trentino, ma non risparmia nemmeno giovani donne colpite da tumore al seno e all'utero. Negli ultimi tre anni, a quanto mi risulta, otto le donne ammalate sotto i 40 anni: troppe su una popolazione così esigua».

Perché, se i dati verranno confermati, così tante le vittime di tumore proprio a Dimaro/Folgarida? Perché tante e tanti ammalati in età ancora giovane? Quali sono le cause scatenanti di questi agenti patogeni? In paese, ovviamente, se ne parla, tutti fanno le loro ipotesi ma al momento nessuno ha la risposta o le risposte: può essere la tanto contestata discarica di Dimaro? Oppure l'inquinamento elettromagnetico per la presenza di numerose antenne per le telecomunicazioni? O, ancora, l'acqua del rubinetto piuttosto che il gas radon con le sue emissioni di radiazioni particolarmente elevate proprio a Dimaro? O, infine, gli anticrittogamici e diserbanti usati in agricoltura senza dimenticare la grossa frana in occasione della tempesta Vaia che oltre a fare una vittima ha portato alla luce la presenza di rifiuti sotterrati da tempo?

«Può essere tutto. Non sono un medico e quindi non posso dare risposte dal punto di vista scientifico. Siamo nel campo delle supposizioni in attesa di avere anche noi risposte precise. Certo che la discarica bene non ha fatto all'aria e al sottosuolo: le mamme dei bimbi dell'asilo si lamentavano dei miasmi che arrivavano fino a lì e il vento portava in paese rifiuti di ogni genere...» afferma con amarezza Emanuela Albasini, consigliere comunale all'opposizione e fiera combattente contro la riapertura della discarica di Dimaro.

«Come Comitato ci eravamo opposti alla riapertura della discarica (avvenuta in primavera dopo la chiusura di Ischia Podetti a Trento ndr) fino a che la Provincia non ha stilato un protocollo preciso per la gestione della struttura. La discarica - evidenzia Albasini - è stata chiusa a fine ottobre ma mancano tutti i lavori per la copertura con teli ad alta intensità che non sappiamo quando verranno effettuati. Ne va della salute di tutti: non ci sono soldi che la pagano...».

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