Salute / Il caso

A due mesi dalla morte, si riapre il caso di Sembianti: morì in ospedale per una infezione fulminante

Sabato i funerali, dopo l’autopsia e l’inchiesta aperta dalla magistratura di Trento: era giovane, sano e sportivo, la sua scomparsa aveva gettato nella disperazione la famiglia e l’intera comunità della Predaia. Lascia la moglie e due bambini piccoli

CLES. Sono trascorsi più di due mesi dalla scomparsa e sabato alle 16, presso la chiesa parrocchiale di Vervò, verrà celebrato il funerale di Bruno Sembianti. La sua morte improvvisa aveva gettato nel più profondo dolore la compagna Daniela ed i figli, un bimbo di 8 anni e una bimba di 10, e scosso profondamente la comunità di Predaia.

L'uomo si era spento il primo luglio all'ospedale di Cles, dove era stato ricoverato tre giorni prima per una febbre che non scompariva. Per la famiglia è stato uno shock: Bruno aveva solo 45 anni, era un uomo sportivo, amava la montagna, praticava scialpinismo e trekking. Ma c'era stata quella febbre strana negli ultimi quindici giorni che l'aveva indebolito.

Al pronto soccorso dell'ospedale di Cles l'uomo era stato sottoposto a tutti gli accertamenti e poi ricoverato in reparto, il 28 giugno, per un'infezione che era stata evidenziata dalle analisi del sangue. Ma c'era stato un repentino e veloce peggioramento delle condizioni, che ha portato al decesso.

Per la scomparsa improvvisa di Bruno Sembianti il pubblico ministero Antonella Nazzaro ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, come atto dovuto per capire quali possano essere le cause della morte ed eventuali responsabilità. In ospedale, all'indomani del decesso, venne effettuata l'autopsia sanitaria, mentre in questi mesi sono stati svolti su disposizione della procura accertamenti attraverso l'acquisizione della cartella clinica e di tutta la documentazione medica, con eventuali altre analisi.

Ieri è arrivato il nulla osta alla sepoltura e la famiglia ha potuto fissare la data per il funerale, per dare l'ultimo saluto al compagno, al padre premuroso, ma anche al fratello, al figlio e all'amico di sempre.

Bruno Sembianti era agricoltore e da circa un anno presidente del Consorzio irriguo di Vervò. Ma il suo impegno si allargava ad amministratore della Cooperativa Cocea, che fa capo a Melinda. Era ben voluto, come testimonia la vicinanza della comunità alla famiglia.

«Con lacrime di commozione e di profonda gratitudine ringrazio uno ad uno tutti coloro che ci sono vicini in queste settimane amare, intrise di nostalgia e di dolore, di attesa e di tragica consapevolezza del presente - scrive la compagna Daniela su Facebook - Grazie per ogni gesto di solidarietà che ci è stato rivolto: aiuto di valore immenso per portare a frutto l'impegno di Bruno, offerte preziose in questo momento, parole confortanti, dolci dal sapore di casa cucinati apposta per noi, preghiere, giornate spensierate per Giulia ed Emiliano, messaggi da parte di persone che fino a due mesi fa conoscevo appena e che ora fanno parte della mia quotidianità. Non so se riuscirò mai a restituire in altra forma il bene che stiamo ricevendo ma ora, dal profondo del cuore, dico grazie per quanto la comunità, gli amici di Bruno, i miei amici ci stanno dando. Lo faccio qui su Facebook, perché spesso la generosità è silenziosa e non pretende che se ne conosca il mittente. La vita ci ha tolto tanto ma ci sta allo stesso tempo stupendo con energia pulsante, con la ricchezza incredibile e insperata dei rapporti umani, che commuove e che rappresenta per noi luce all'orizzonte, colore oltre la fitta e spietata nebbia che ci ha avvolto. Grazie. Grazie di cuore».

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