Turismo / Il caso

Impianti di sci alla Mendola: «O la Provincia paga, o portiamo le chiavi a Trento e chiudiamo tutto»

Otto sindaci dell’Alta Valle riuniti e compatti: la società Joy vuole investire ed espandersi, progetto condiviso da piazza Dante, ma nel bilancio non ci sono soldi

PASSO MENDOLA. Sindaci dell'alta valle di Non e della Predaia uniti sul nuovo programma della "Joy Val di Non Alps Spa", la società che gestisce tutti gli impianti sciistici della valle di Non (Passo Mendola, Monte Nock di Ruffrè, Predaia). Al Salone imperiale di Passo Mendola i primi cittadini degli otto comuni che sostengono in solido la società hanno tenuto una conferenza stampa per anticipare ciò che potrebbe succedere: nel caso che il piano di sviluppo, approvato e condiviso dalla Provincia, non fosse finanziato, nel corso dell'estate gli impianti potranno essere chiusi.

Anzi, come affermato dal sindaco Donato Seppi (Ruffré-Mendola) «consegneremo le chiavi in provincia». Lo stesso Donato Seppi, da padrone di casa, ha aperto i lavori. Affiancato dai sindaci di Romeno, Cavareno, Borgo d'Anaunia, Ronzone, con rappresentanza di Sarnonico e conferma di condivisione delle amministrazioni comunali di Predaia e Sfruz.

«Lo scorso anno sono stati investiti 200 mila euro per interventi di sicurezza sugli impianti - ha spiegato Seppi - Ora ci si chiede di approvare nei consigli comunali un aumento di capitale della società di 200 mila euro, che preveda anche la possibile partenza di quel piano di sviluppo varato due anni fa, condiviso dalla Provincia. Lo dimostra un documento dell'assessore competente del 9 settembre scorso, dove vien preso atto che la proposta del piano di rilancio è valida, e viene confermato il sostegno sull'intero programma, data l'importanza della ricaduta economica e sociale».

Problema è che nel bilancio provinciale d'annata del milione e 500 mila euro previsti (di cui circa 1 milione 350 mila a carico della Provincia) non c'è traccia. Ai comuni vien chiesto di approvare una delibera per i 200 mila euro già investiti, prevedendo che l'eventuale finanziamento del piano non obblighi a una seconda delibera, nel caso sia attuato.

«I consigli comunali non possono decidere sui se e sui ma - afferma Donato Seppi - C'è la possibilità che l'importo sia stanziato in estate, in occasione dell'assestamento di bilancio. Ci stiamo lavorando da due anni, lo riteniamo determinante per il futuro turistico e sociale della valle. Noi non andiamo in consiglio comunale ad approvare delle ipotetiche possibilità. Gli impianti di risalita e le varie strutture, dove sono occupati 16 dipendenti, aprono a inizio giugno. Se in fase di assestamento di bilancio non ci sarà l'intervento finanziario assicurato, chiudiamo tutto. Anzi, andiamo a Trento per consegnare le chiavi alla Provincia, si arrangino loro. Come comuni investiamo in queste strutture 200 mila euro all'anno. Continueremo a farlo, ma solo se vi sono prospettive positive per il futuro».

Il futuro, appunto, in prospettiva del quale il piano di sviluppo steso dalla "Joy" due anni fa è dichiarato determinante. «Una storia lunga - afferma Ivan Larcher, presidente della società. «Stiamo chiudendo in pareggio i bilanci grazie all'impegno dei comuni, la Provincia ci è sempre stata vicina e disponibile. Però per poter operare è necessario un salto di qualità, servono investimenti e strutture. Il piano in parola prevede ad esempio una pista di slittino, una rete per mountain bike che collega la Predaia alla valle di Non, una piccola area sosta per camper a Passo Mendola. Interventi indispensabili, che coinvolgono anche realtà private, per dare risposta ai nostri cittadini ed al turismo».

A conti fatti, le cose funzionano, e possono funzionare meglio ancora: anche in era pandemia la pista di discesa Monte Nock ha lavorato a pieni giri per garantire allenamenti a numerose società sportive; grazie alla funicolare a Passo Mendola salgono 220 mila turisti ogni anno; la nuova pista ciclabile (da Sarnonico a Passo Mendola) garantirà un afflusso ancora maggiore. O il piano di sviluppo decolla, per dare risposte concrete e garantire maggior operatività in futuro, o si chiude tutto. A più voci è stato sottolineato un particolare, evidenziato anche da Ivan Larcher. «La società che presiedo vive dell'unità di intenti. È piacevole vedere oggi tutte le amministrazioni comunali lavorare assieme». Era infatti tempo che non succedeva; un segnale positivo per l'economia turistica (e non solo) di valle, che secondo Larcher «è una miniera d'oro, se ci crediamo».

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