Domani pomeriggio l'addio a Daniele Asson «Un ragazzo genuino e impegnato»

di Guido Smadelli

Un ragazzo semplice, ma allo stesso tempo impoegnato, determinato, preciso. Così la gente di Don ricorda Daniele Asson, vittima dell’incidente d’auto di ieri in cui ha perso la vita mentre assieme all’amico e compeaesano Tiziano Straudi, vigile del fuoco permanente.

Oggi pomeriggio, alle 14,30 nella piccola chiesa di Don, si svolgeranno i funerali di Daniele.

Nel giugno prossimo Daniele Asson avrebbe compiuto 36 anni: era dottore forestale ed aveva ricoperto per due consiliature - tra cui quella in corso - la carica di assessore alle foreste ed all’ambiente, prima nella giunta comunale di Don, ora in quella del nuovo comune di Amblar-Don, nato dalla fusione dei due piccoli comuni anauniensi.

 «Stimavo molto quel giovane - ricorda Adriano Piffer, ultimo sindaco del comune di Don, che l’aveva avuto a fianco come assessore - tanto che avevo suggerito il suo nome come possibile sindaco del nascente comune di Amblar-Don, in quanto era molto preciso ed assolutamente affidabile. Sempre impegnato nella sua carica, anche quando per lavoro si era trasferito fuori dalla Valle per qualche tempo. Una persona seria, benvoluta da tutti, disponibile, grande amante della montagna».
«Un giovane ben inserito nella comunità», aggiunge Arturo Endrizzi, capogruppo locale degli alpini: «Non era membro della nostra associazione ma, ad esempio, quando abbiamo festeggiato poco tempo fa la fine dell’anno, era venuto assieme ad amici alla nostra serata. Una persona eccellente, sotto i punti di vista, un giovane impegnato e serio, appassionato del proprio lavoro e della montagna, che conosceva nei minimi dettagli».

Escursioni, ma anche ferrate, arrampicate. Tanto in estate che in inverno quando poteva il trentacinquenne saliva in quota assieme ai tanti amici che di volta in volta lo affiancavano. Sempre con prudenza, sempre portando con sé quel rispetto e quell’attenzione che mostrava in tutti gli altri campi della vita.

Amici di Daniele erano Flavio Lorenzi, imprenditore residente in paese e Demis Endrici, colpiti, come l’intera popolazione dell’alta valle di Non, dalla tragedia consumatasi ieri alle prime luci del giorno.
«Una persona semplice, attiva all’interno della nostra comunità», lo ricorda Flavio, uno del gruppo che, assieme a Daniele, aveva partecipato alla festa di fine anno degli alpini. «La sua passione era il lavoro, alle dipendenze della Provincia si occupava dei grandi predatori, orsi e lupi. Un suo progetto era quello di diventare ispettore forestale e, data la sua determinazione, sicuramente ci sarebbe riuscito. Con me condivideva molti momenti», continua Flavio, «soprattutto nei fine settimana. Talvolta si andava assieme a farsi una corsetta, spesso in montagna, di cui era grande appassionato. Non per cercare l’impresa, però: Daniele in montagna si perdeva tra fauna e flora, osservava, contemplava, fotografava. Era quello il suo principale interesse. Anche se lavorava, il sabato era sempre tra di noi. Amico di tutti, non mancava mai ad una festa di compleanno, ad una manifestazione, cercava la compagnia, soprattutto con i giovani. Una persona sempre posata, contenuta», conclude Flavio.

«Stare in compagnia gli piaceva, ma non l’ho mai visto oltrepassare qualsiasi tipo di limite, era una persona socievole, ma estremamente seria, contenuta nel comportamento, un esempio per tutti».
Daniele lascia il padre Silvano, contitolare con il fratello Fabio di una segheria operante in paese, noto in passato per le sue performances alle gare di decathon del boscaiolo, la madre Patrizia Endrighi, le sorelle Annalisa e Linda. Ed un vuoto nella piccola comunità di cui faceva parte e per la quale si impegnava in tutti i modi possibili.

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