La pittrice iperrealista che vive d'arte La richiesta più curiosa? «Il ritratto a una coppia che girava un film porno»

di Andrea Tomasi

Si batte come una tigre per difendere la sua arte. E una tigre è la sua ultima creazione: un primo piano (un dipinto su tela, un metro per un metro) di uno dei felini più amati, un’immagine che sta facendo il giro dei social grazie al «passaparola» di amici ed estimatori.

Lei si chiama Ilaria Bortolameolli. Ha solo 29 anni e da qualche anno a Torra (Predaia) ha un suo studio d’arte, avviato tra mille difficoltà. Molte persone pensavano che non ce la potesse fare. «Ma ci sono anche quelle che credono in te...». Oggi lavora principalmente su commissione. Viene contattata, spesso via Instagram (IG: ila_in_lab_art).

«Mi spediscono una o più foto e io, basandomi su quelle, realizzo i dipinti. A Rovereto un privato mi ha commissionato un dipinto su tela dello stemma austroungarico. I temi sono i più vari: dai ritratti dei familiari a quelli degli animali domestici, ma le richieste variano molto da caso a caso».

Qual è stata la richiesta più curiosa?

«Beh... una volta mi è stato chiesto di dipingere una coppia mentre girava un filmino porno, amatoriale. Ovviamente ho declinato l’invito. Non mi scandalizzo, ma non mi pareva proprio il caso. Ho detto: “Al massimo mi mandate una foto e io la riproduco su tela” (ride)».

Le sue opere, quelle non su commissione, dove si possono vedere?

«Ho pochi quadri miei. Appena ne avrò una ventina spero di poter fare una mostra in Val di Non, magari l’anno prossimo. Dipende molto dai costi di affitto delle sale. La tigre è esposta negli spazi della Galleria Craffonara di Riva del Garda, in una mostra collettiva dedicata a Leonardo Da Vinci. Si intitola “Dietro le sbarre”».

Come definirebbe il suo stile?

«Faccio olio su canvas. Il mio è iperrealismo, quindi cerco di ricreare la realtà ma a modo mio. Non voglio che sia solo una foto, ma un messaggio nel quadro».

Negli occhi della tigre si vede il riflesso della gabbia nella quale è rinchiusa. Pensa che oggi ci sia più sensibilità in materia di animali e ambiente?

«Protagonisti dei miei quadri sono spesso animali, ma anche favole. Penso che oggi più che in passato ci sia una certa sensibilità in materia di ambiente. Io “uso” la natura e gli animali per trasmettere messaggi applicabili anche all’essere umano, trattando temi come la solitudine, la prigionia inconsapevole, l’amore e quindi i sentimenti umani».

Ha fatto un percorso specifico in ambito artistico?

«No. Ho frequentato il liceo psico-socio-pedagogico, poi ho iniziato il percorso in Scienze cognitive ma l’ho interrotto perché ho capito che non faceva per me. Inoltre ho avuto qualche difficoltà perché, quando avevo 20 anni, mia madre si è ammalata. Avrei voluto studiare arte. Ho provato a mettere da parte un po’ di risparmi, ma ho mollato tutto per stare a casa con lei. Mio padre, che faceva il camionista, era sempre in giro per lavoro e non poteva darle assistenza».

Ma non ha mollato il sogno di una vita da artista...

«Già. Ho deciso di fare alla vecchia maniera, fare arte da casa, partecipare a mostre e vedere come andava».

Testa dura... Da chi ha preso?

«Bella domanda. Mia madre è sarda, mio padre solandro».

Quando ha deciso che quella artistica sarebbe stata la strada giusta?

«Paradossalmemente la forza l’ho trovata quando, un anno fa, è morto mio padre. Mia mamma e io ci siamo trovate da sole e in serie difficoltà. È in certi momenti che la forza salta fuori. Tanti mi hanno suggerito di abbandonare il mio sogno».

E invece?

«Sono andata alle Acli a informarmi per la partita Iva».

Insomma, di arte si può vivere.

«Sì, magari non è facile, ma si può. Vivo di arte, soprattutto di lavori su commissione. Piacerebbe a tutti fare solo i propri lavori e dipingere ciò che più ci piace, ma per farlo di mestiere ho pensato di poter andare incontro alla domanda e fare quindi quadri e ritratti su commissione. Ho uno studio a casa, cioè una stanza che ho adibito a studio/atelier con tutta la mia attrezzatura».

È comunque un bel messaggio per i giovani artisti. Le richieste vengono dalla Val di Non, ma anche da altre zone del Trentino o da fuori provincia?

«Sì. Diciamo che mi faccio pubblicità sui social. Ho richieste da varie zone del Trentino. Vedremo cosa accadrà col passaparola».

(Nella foto uno dei quadri di Ilaria con la tigre che sembra una fotografia)

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