Kim e Lucy disperse in montagna per 13 giorni Ritrovate: il felice ritorno a «Malga di Revò»

di Andrea Tomasi

Stanno bene. Sono deboli, dopo 13 giorni perse a vagare sulle montagne, immerse nella neve, ma stanno bene. Kim e Lucy, esemplari di pastore australiano, hanno fatto ritorno alla loro malga, «Malga di Revò» gestita dall’alpinista Adriano Bonmassar e da sua moglie Cinzia.

Il lieto fine c’è, ma lo spavento è stato grande. «La cosa bella di questa vicenda è stata la solidarietà, che negli ultimi giorni è stata palpabile. Quando le cagnoline sono scomparse ho fatto un appello su Facebook e nel giro di poco ho sentito la vicinanza di tante persone: amici che amano gli animali».



Bonmassar stava per perdere la speranza, ma poi ha ricevuto una telefonata: una ragazza le aveva trovate a Matzalaun, frazione di Proves (Alto Adige). La mamma di 5 anni e la cucciola di un anno e sette mesi non presentavano ferite. «Hanno un bel pelo. Non hanno incontrato lupi, cosa che poteva accadere. Ciascuna di loro ha perso circa cinque chilogrammi, ma ora sono al sicuro».

Era il 23 marzo quando le due cagnoline, forse attirate da un animale selvatico, hanno fatto una lunga corsa in direzione della Vedretta Alta, scomparendo. «Erano con mia moglie Cinzia, a 50 metri dalla malga. Erano andate a fare una passeggiata dopo il pranzo. Si sono perse. Pensavamo che, come altre volte, sarebbero rientrate nel giro di un giorno o due e invece niente». Poi l’attesa, i giorni passati sui sentieri innevati, sperando di trovarle.

Cosa ha fatto quando sua moglie le ha detto che Kim e Lucy erano andate verso la vetta, senza fare ritorno?

«Mi sono subito vestito e sono partito di corsa su per la montagna. Sono uno con un buon ritmo ma Kim e Lucy sono pastori autraliani. Sono agili, corrono. E non le ho trovate. Ci hanno messo poco a raggiungere ed oltrepassare la Vedretta Alta. Quando si è fatta sera sono rientrato».

Quindi?

«Le ho monitorate con il Gps che avevo messo un mese prima al collare di Kim. Erano in una zona impervia della Val d’Ultimo. Il giorno dopo era domenica e non potevo muovermi dalla malga. Lunedì e martedì mi sono di nuovo messo alla loro ricerca, ma non è mai facile perché loro si spostano velocemente. Sono stato sul Cornicoletto e sulla Cima Bel Monte, ma niente».

Con il Gps si sentiva abbastanza tranquillo.

«Sì, solo che dopo un po’ la batteria si è consumata. Sia Kim che Lucy hanno la medaglietta col mio nome e il numero di telefono. Ho pensato: “Se raggiungono qualche maso qualcuno mi chiama di sicuro”. Ma i giorni passavano...»

E allora cosa ha fatto?

«Al sesto giorno ho deciso di mettere un post su Facebook, sperando che qualcuno magari avesse notizie di Kim e Lucy, che le avesse avvistate da qualche parte».

E?...

«E no... però nel giro di poco tempo ho avuto qualcosa come 2500 contatti, 1336 condivisioni e un sacco di richieste di amicizia. È un bel segno. Io sono convinto che chi ama i cani ama l’umanità».

Cosa rappresentano per lei quegli animali?

«Sono le mascotte della malga, fanno da “comitato di benvenuto” per tutti quelli che vengono in malga per pranzo o per un momento di ristoro. Raggiungono gli escursionisti, scodinzolando».

Il tempo passava. Ha temuto fossero morte.

«Sì. Potevano avere incontrato dei lupi o essere finite in un dirupo. I giorni sono diventati otto, poi nove, poi tredici. Fino all’ultimo ho sperato...»

E infatti...

«E infatti il 6 aprile, mentre mi stavo allenando lungo la pista ciclabile in Piana Rotaliana, ho ricevuto una telefonata. Una ragazza di Matzlaun, frazione di Proves, ad un chilometro in linea d’aria dalla malga, aveva con sè Kim e Lucy. Mi ha detto: “Sono qui con me. Sono bravissime”. La ragazza è stata con loro. Le ha tenute in una piccola stalla. Io mi sono messo in auto e l’ho raggiunta».

E quando l’hanno vista?...

«Erano provate ma mi hanno fatto festa. La piccola mi è venuta incontro guaendo. Anche io - confesso - ho pianto un po’».

Poi il ritorno in malga.

«Le ho caricate in auto. Sono arrivato al parcheggio sotto la malga. Di solito da là salgo con la motoslitta, ma c’era troppa neve. Ho infilato gli scarponi, ho agganciato gli sci con le pelli e ci siamo messi tutti e tre in marcia, in fila: io davanti, Lucy e Kim dietro. Quando hanno visto casa si sono “ringalluzzite”. Ora devo fare in modo che non si allontanino più in quel modo. Non va bene... Paradossalmente grazie alle nevicate degli ultimi giorni. La neve le ha indotte a scendere a valle, dove non c’erano precipitazioni».

Ha tirato un sospiro di sollievo.

«Oh sì... E con me le tantissime persone che su Facebook e nei vari gruppi social hanno espresso solidarietà. Quello di chi ama gli animali è un bel mondo».

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