La chiesa di S.Lucia di Campo Tassullo ora è diventata di "interesse culturale"

Dopo un lungo iter, la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia ha dato via libera all’interesse culturale della Chiesa di Santa Lucia di Campo di Tassullo, diventando quindi un’altra opera d’arte che merita di essere visitata in Valle di Non. 
Si è reso necessario più del tempo previsto per dare parere positivo di «interesse culturale» poichè la chiesetta ha riservato delle «sorprese» molto interessanti agli occhi degli esperti.
«La complessità dell’istruttoria - scrive il Soprintendente Franco Marzatico - ha comportato il cointeressamento, con redazione di proprie relazioni informalmente trasmesse e necessarie alla migliore elaborazione del dispositivo di vincolo da parte dell’Ufficio beni archeologici in quanto nel contesto chiesastico sono stati rinvenuti resti di precedenti strutture sul lato nord-est e da parte dell’Ufficio beni storico-artistici in quanto nella chiesa sono collocati arredi ed opere di competenza ed in occasione degli interventi di restauro in corso sono emersi all’interno della chiesa nella volta a costoloni e lungo le pareti, importanti elementi pittorici utili per la comprensione delle diverse fasi evolutive dell’edificio sacro».
Nella determina viene quindi ripercorsa l’antica storia della chiesetta che viene menzionata per la prima volta nel 1448. E’ un suggestivo luogo di culto di epoca romanica, con la facciata a campana che guarda ad est verso la strada; qui si possono notare il portale a tutto sesto in pietra rosa e una finestrella rococò al posto del rosone centrale.
L’interno è a navata unica, scandita in due campate dai peducci posti sulle pareti laterali a sostegno della volta reticolare che copre l’ambiente, e termina con un piccolo presbiterio pentagonale; la pala centrale ad olio raffigura Santa Lucia con la simbologia del martirio mentre l’altare, in legno intagliato e dipinto, ha un meraviglioso paliotto in cuoio decorato.
Dalla copertura emerge il campaniletto in struttura lignea e alta cuspide, rivestita in lamiera, svasata con acroterio metallico con il globo e la croce, dal cui fusto sporge un vessillo metallico recante la data 1904. La struttura portante del campaniletto poggia nel sottotetto, dove è presente gran parte dell’antica struttura lignea con capriate, di cui una presenta la catena «annegata» nella volta, assemblate con pioli di legno.
Sulle pareti sono appese, entro cornici lignee, quattordici litografie colorate raffiguranti le stazioni della Via Crucis, edite dalla tipografia May di Francoforte sul Meno tra il 1878 e il 1914, che riportano in calce iscrizioni in italiano, tedesco, inglese e francese.
L’acquasantiera, in pietra calcarea, con vasca semicircolare baccellata, oggi posizionata in fondo alla chiesa, a sinistra dell’ingresso, fino al 1579 si trovava all’esterno, come testimoniano gli Atti della visita pastorale di quell’anno. In controfacciata, sotto il davanzale della finestra aperta a destra dell’ingresso, è incassata una cassetta per elemosine in pietra calcarea con sportello rettangolare metallico, databile al XVII secolo.
Infine una piccola curiosità. Piccola curiosità: sul lato nord è stato trovato lo stampo di una porta. Nessuno sapeva esistesse, né vi è menzione negli scritti. Troppo piccola per servire da secondo accesso alla chiesa, fa pensare ad un’antica entrata di un edificio che ora non c’è più.
Tre anni fa vennero fatti dei lavori di parziale restauro che costarono 218.000 euro a carico della Provincia e del Comune ed interessarono in particolare il tetto che venne  completamente rifatto e coperto da scandole. Alcune travi antiche furono sostituite, quelle che reggono sono state lasciate al loro posto perché rappresentano un bene storico e culturale da mantenere.

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