Brez, il Patt riparte dall'agricoltura e fa il pieno di spettatori

Tanta gente, per l’incontro «Agricoltura e turismo – Sviluppo e prospettive» organizzato dal coordinamento Patt della Val di Non e dalla sezione della media valle. 
Una serata introdotta da Margherita Valentini, che ha visto sul palco tre rappresentanti provinciali del partito delle stelle alpine, ad iniziare da Lorenzo Ossanna, che ha delineato i programmi della manovra di bilancio d’annata, con elogi alla giunta guidata da Ugo Rossi, che a suo avviso ha ottenuto risultati ben più consistenti di quella di Lorenzo Dellai. 
Nel tema agricoltura/turismo si addentra l’assessore Michele Dallapiccola, con un lungo intervento in cui ricorda come l’agriturismo sia nato in valle di Non - o quanto meno, qui è sorta negli anni ’70-’80 la prima associazione di agrituristi in provincia - e come il fenomeno abbia preso piede, tanto che ora gli agritur in Trentino sono centinaia.
Dallapiccola introduce il suo discorso con un detto latino: «Se vuoi la pace, preparati alla guerra». Cioè non cullarti sugli allori, guarda oltre, preparati al peggio - o alle necessità di prevenire i cambiamenti. Con un’altra citazione, stavolta di Charles Darwin, conclude l’intervento: «Non è il più forte a vivere, né il più intelligente, ma chi si sa adattare rapidamente al cambiamento».
In mezzo, dati e statistiche, da cui emerge che in Trentino soggiornano 6 milioni di turisti, per 30 milioni di presenze. 
Ed è questo il primo target cui rivolgere l’attenzione: proponendo le bellezze del territorio, i prodotti locali, le specificità, valorizzando melicoltura, zootecnia, turismo, artigianato, che devono marciare assieme. Qualcuno, per i prodotti locali, invoca una maggior attenzione del reparto alberghiero: «Ricordo però quel caseificio che si è attrezzato - sottolinea Dallapiccola - Si è dotato di un furgone e ogni giorno, porta a porta, consegna i propri prodotti agli alberghi. Da allora il bilancio è decollato».
Perché la politica può aiutare, i comuni possono sostenere, gli enti possono fare la propria parte, il marchio di qualità trentino è una potenzialità, continua Dallapiccola, ma poi è ogni singola realtà, cittadino comune compreso, a doversi rimboccare le maniche. 
Tra gli interventi di Ossana e Dallapiccola, quello del consigliere provinciale Graziano Lozzer. «Sono il solo contadino in consiglio provinciale» afferma presentandosi, ricordando il ruolo avuto come sindaco di Valfloriana, e prima ancora di giovane con pochi denari che decide di mettere in piedi un agritur, una fattoria didattica, una stalla. Una scommessa per cui si è sentito dare del matto, ma vinta, ora la struttura va a gonfie vele. Anche se, aggiunge, «fare l’agriturista è più difficile che fare l’albergatore. Nell’agritur l’ospite ti entra in casa, e vuole conoscere il territorio, la lavorazione, cosa c’è da visitare…». 
Sul tema agritur e annessi, ancora Dallapiccola. Con un elogio alle donne, emarginate o quasi in politica (vedi statistiche di donne negli esecutivi, Trentino ultimo assieme alla Basilicata, ndr), ma determinanti nell’accoglienza. «Il Trentino non deve essere venduto solo come montagna, ma anche come laghi e italian food», afferma l’assessore. 
«E gli agritur non si fermano alla fattoria didattica, ora viene sostenuta la fattoria didattica sociale, a misura di disabile. Si intende valorizzare i masi agricoli del territorio, con un disegno legge che va in discussione la prossima settimana». 
Durante il dibattito, qualche richiesta di chiarimenti, e l’intervento del presidente dell’Apt, Andrea Paternoster. «Vero che tra i primi agritur sono nati quelli della valle di Non, ma negli anni ’70 c’è chi con i contributi ha realizzato la casa per i figli. Ora non è più così, i risultati si vedono, ospiti ne vengono anche a settembre ed ottobre, siamo in aumento. E sta a tutti noi sapersi vendere bene».

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