In «volo» da Malga del Dosso Progetto «zipline» in val di Sole

Una «zipline», che consentirà di scendere appesi ad un cavo aereo da Malga del Dosso al paese, con tre «balzi» nel vuoto, attraversando volando Valpiana, area che l’amministrazione comunale sta da tempo cercando di valorizzare, e che sarà oggetto di numerosi interventi allo scopo di favorire attività economiche e garantire nuove attrattive turistiche.

«Per ora siamo a livello di studio», commenta il sindaco Luciano Dell’Eva. «Abbiamo affidato degli incarichi per i progetti in programma, con l’intento di favorire opportunità di sviluppo, senza realizzare opere impattanti, garantendo l’equilibrio ambientale che è una delle principali caratteristiche di questa zona».

L’amministrazione ha già studiato altre «zipline» esistenti. Una famosa è quella del Lago Maggiore, sopra Verbania, dove si può percorrere in un paio di minuti quasi un paio di chilometri, sospesi ad un cavo d’acciaio, con altezza massima dal suolo di 350 metri. La più grande d’Europa è invece a San Vigilio di Marebbe, oltre 3 chilometri in 10 tratte, «solo» cento metri dal suolo, tra le Dolomiti…

«La nostra sarà divisa in tre tratte», spiega il sindaco. «Si parte da Malga del Dosso e si attraversa Valpiana, per raggiungere il versante opposto, lungo il sentiero che porta al Lago dei Caprioli, di lì si scende fino alla strada che sale a Valpiana, e con il terzo balzo si giunge ad un dirupo poco a monte dell’abitato». Altezza massima 270 metri, abbastanza per provare il brivido del vuoto, dislivello complessivo di quasi 700 metri. Costo previsto, tra gli 800 mila ed il milione di euro. L’incarico di stendere lo studio di fattibilità è stato affidato all’ingegner Zeno Reggiani di Merano, che già ha firmato la citata opera di San Vigilio di Marebbe.

L’area di Valpiana e dintorni è comunque oggetto di ulteriori attenzioni. A Malga del Dosso già è stato ultimato un intervento significativo: nella struttura, che ospita un bivacco aperto tutto l’anno, è stato ricavato uno spazio per l’ospitalità: una dozzina di posti letto, bar, ristorantino per altrettante persone, affiancato da un’aula museale sul tema dell’alpeggio e della lavorazione del latte, arredata con antichi strumenti di lavoro - per prima, una vecchia zangola -, fotografie e documenti per spiegare la vita di malga dei tempi passati, su progetto dell’architetto Catia Meneghini di Pellizzano. «Guardiamo anche oltre», insiste il sindaco.

«A Valpiana pensiamo di realizzare una piccola struttura per il ristoro ed informativa, a sostituzione del rifugio un tempo esistente, ora diventato villa privata. Abbiamo in progetto di sistemare il corso del torrente, ed ampliare leggermente il laghetto esistente, corredandolo di uno spazio per i bambini, con giochi ed altro, realizzando nel contempo parcheggi adeguati. Non per favorire l’afflusso di mezzi, anzi abbiamo l’idea di istituire un bus navetta, anche per quanti si recheranno a Malga del Dosso per vivere le emozioni della zipline». E la gestione? «Ci stiamo ragionando», conclude Luciano Dell’Eva. «Riteniamo possibile l’affido a privati, che gestiscano il ristorantino e gli alloggi della malga, ma è presto per parlarne. Siamo però certi che tutto questo costituisca un’occasione di sviluppo, e che si tratti di un’offerta complessiva che integra ed arricchisce quella esistente in valle, a livello turistico».

Sarà il sindaco, se i progetti vanno in porto, ad inaugurare la zipline? «Non penso», sorride Dell’Eva. «Al taglio del nastro potrei esserci, ma io a quei fili non mi appendo… Sono molti gli appassionati del genere, io mi limito a lavorare per una nuova opportunità, tutt’al più guarderò volare gli altri».

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