Fantelli: «Sul Noce idroelettrico incompatibile con il rafting»

di Lorena Stablum

«La pratica idroelettrica e gli sport fluviali sono inconciliabili». Non usa mezzi termini il vice presidente della Comunità della valle di Sole Alessandro Fantelli in merito alla partita in atto sullo sfruttamento delle acque del fiume Noce finalizzato alla produzione di energia idroelettrica. «È giunto il momento che la valle si esprima e faccia una scelta che sia concordata con tutti i portatori d’interesse - commenta Fantelli -. O decidiamo che sul fiume c’è un’economia data dagli sport fluviali che va preservata non facendo centrali idroelettriche e, magari, rendendo navigabile il fiume con lavori di bacino anche in quei tratti dove non lo è, come ad esempio tra Dimaro e Monclassico. Oppure diciamo che possiamo fare a meno di oltre 100 posti di lavoro, far chiudere 6 centri rafting e rinunciare a un giro d’affari pari a 4 o 5 milioni di euro. Da presidente della rete delle riserve e da direttore di un centro rafting vivo il Noce tutto l’anno e credo che, se si debba proprio trovare una mediazione, questa spetti al pubblico. Gli impianti idroelettrici devo rimanere pubblici. I privati - conclude Fantelli - vadano a speculare da un’altra parte. Non tocchino il Meledrio né il Noce».

Il tema quindi entra di nuovo e con prepotenza nel dibattito pubblico. Martedì 19 luglio i sindaci della valle sono stati chiamati dal presidente della Comunità Guido Redolfi per fare il punto della situazione. Sul torrente, riconosciuto dal National Geographic come il migliore corso d’acqua d’Europa per la pratica del rafting e al nono posto nella classifica mondiale, pende una selva di istanze di derivazione dell’acqua a scopo idroelettrico di cui almeno 14 proprio sull’asta principale.

Le domande sono di varia natura: molte arrivano dai privati, invogliati a investire in una risorsa redditizia, altre sono state fatte dalle pubbliche amministrazioni. Un’istanza, quella presentata in concorrenza con la richiesta della Vimax srl, è stata avanzata dalla Comunità della valle di Sole.

Proprio questa domanda era l’oggetto della riunione tra i sindaci. La Comunità di valle ha chiesto infatti alla Provincia una proroga, il cui termine è fissato per il 30 settembre, per la presentazione della documentazione relativa. «Prima della scadenza - sottolinea il presidente Redolfi - ho voluto chiedere alle amministrazioni quale linea la Comunità deve adottare. Ho colto l’occasione dell’incontro, chiamato su questioni come il voto di genere e il fondo strategico, per capire quali sono le sensibilità tra i Comuni». Ma sul tavolo della discussione c’è anche una lettera arrivata da parte dei privati che chiede un incontro con le amministrazioni della bassa valle, in particolare ai Comuni di Terzolas, Cavizzana e Caldes.

Si tratta di un argomento delicato quindi. E a ribadirlo è lo stesso sindaco di Caldes Antonio Maini. «Ci sentiamo parte in causa nella questione dell’idroelettrico della Val di Sole - afferma infatti Maini - anche perché abbiamo in corso una procedura che non è ancora conclusa». Si ricorderà infatti come la vicenda legata all’istanza di Lorengo Energia sia oggi ancora al vaglio del Consiglio di Stato. «Il fatto di avere un procedimento ancora attivo - aggiunge il primo cittadino - ci impone di essere molto cauti in questo tipo di riflessioni. Considerando la complessità generale e il fatto che gli interventi abbiano un impatto sul territorio riteniamo che tutti gli interlocutori debbano esprimere una presa di posizione. Non solo le amministrazioni cono chiamate a decidere, ma tutti quelli che vivono in val di Sole, chi lavora sul fiume e chi ci viene come turista».

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