Tassullo spa, tremano lavoratori e piccoli soci

di Giorgia Cardini

Non sono preoccupati solo i sindacati e i 92 lavoratori del gruppo. L’allarme è altissimo anche tra i 591 soci della Tassullo spa, in maggioranza piccoli azionisti, lavoratori ed ex lavoratori, famiglie locali, dopo le ultime e poco rassicuranti notizie relative alla Tassullo Materiali spa e alla capogruppo.

Come scritto nei giorni scorsi e ieri dall’Adige, infatti, dopo l’istanza di fallimento presentata dal commissario liquidatore Alberto Bombardelli in corso di procedura concordataria, il Tribunale ha revocato gli amministratori di Tassullo Materiali spa nominando amministratore giudiziale il manager Stefano Zotta. Una decisione che, secondo quanto trapelato ieri, sarebbe dovuta all’accertamento da parte del commissario di mancati incassi da aziende controllate. Dunque, la Tassullo Materiali avrebbe accumulato ulteriori perdite, che aggraverebbero un quadro economico già fortemente appesantito dal lungo elenco di creditori (750 registrati nella procedura) e dal forte indebitamento, pari ad almeno 51 milioni di euro.
Una situazione che si riflette inevitabilmente sulla Tassullo spa, che controlla la Materiali: e un primo segnale inquietante è il decreto ingiuntivo con ipoteca giudiziale di 500mila euro ottenuto dalla Cassa rurale Novella e Alta Anaunia il 1° marzo scorso.

Logico quindi che tutti siano preoccupati, a Tassullo e dintorni: ieri i segretari del comparto edile di Cgil, Cisl e Uil, insieme alla rappresentanza sindacale unitaria, hanno incontrato il vicepresidente e assessore provinciale Alessandro Olivi esponendogli i timori legati alla situazione. «Contiamo di incontrare l’amministratore giudiziale entro la prossima settimana - spiega Maurizio Zabbeni, della Fillea Cgil -, ma vorremmo veramente che chiunque ha potere decisionale in questo momento, anche il Tribunale, tenga conto non solo del valore finanziario degli asset ma del valore sociale di un’azienda che ha margini di profitto e fa un prodotto unico a livello europeo». Quasi una supplica, quella sindacale, di fare di tutto per salvare i posti di lavoro in ballo.

Mentre temono di non riuscire a salvare nulla le centinaia di risparmiatori azionisti della Tassullo spa. Una preoccupazione determinata, oltre che dalle ultime notizie, dai punti iscritti all’ordine del giorno della prossima assemblea convocata per il 27 maggio alle 18 nella sede sociale. Se nella parte ordinaria verranno presentati bilancio 2014, bilancio 2015 e piano di risanamento aziendale, è la parte straordinaria a inquietare, là dove si citano i «provvedimenti di cui agli articoli 2.447 del codice civle ed, eventualmente, all’articolo 2.487 del codice civile». Si tratta rispettivamente della ricostituzione del capitale sociale qualora si sia ridotto sotto al limite di legge (50mila euro per le spa) o della messa in liquidazione della società stessa. Ma ciò significherebbe che il capitale sociale, ossia il patrimonio degli azionisti, non esiste più o quasi. Un patrimonio fatto di 4.880.000 azioni del valore nominale di 1 euro, che fino a tre anni fa valevano molto di più.

Tante famiglie temono che i loro risparmi siano andati in fumo: «Due anni fa fermammo un aumento di capitale - dice un azionista - perché c’erano forti dubbi su come veniva presentata la situazione. Oggi si dimostra che avevamo ragione». Magra consolazione, in attesa dei conti, dopo i quali i soci decideranno quali azioni intraprendere.

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