Energia dal Meledrio: l'Asuc batte tutti

di Lorena Stablum

Spunta una nuova istanza di concessione idroelettrica sul torrente Meledrio. Questa volta a farne richiesta è l’Amministrazione di uso civico di Dimaro, che il 24 marzo scorso ha chiesto al Servizio gestione risorse idriche ed energetiche della Provincia (Ufficio gestione risorse idriche) di poter derivare alla quota di circa 943,09 metri sul livello del mare attraverso l’opera di restituzione dell’impianto di derivazione ad uso idroelettrico dell’allora Comune di Dimaro, e oggi Comune di Dimaro Folgarida, la portata d’acqua di 672 litri al secondo medi e di 2.000 litri al secondo massimi ad uso idroelettrico con la restituzione dell’acqua all’altezza di circa 865,96 metri sul livello del mare. L’impianto così pensato produrrebbe, sul salto 75,67 metri, la potenza nominale media di 498,53 kW durante il periodo che va dal primo di gennaio al 31 dicembre di ogni anno.

La richiesta di concessione interessa un tratto finora rimasto, per così dire, libero da domande di sfruttamento. In base all’istanza pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione, l’impianto, infatti, dovrebbe sorgere sullo scarico della centrale idroelettrica che l’amministrazione comunale sta ultimando in Val Meledrio e rilasciare l’acqua poco prima dell’area toccata dalle due istanze avanzate nel 2014: la prima in ordine di tempo è quella presentata dal privato Franco Pangrazzi, seguita successivamente dalla domanda fatta in concorrenza dall’amministrazione comunale guidata allora dal sindaco Romedio Menghini.

Rispetto a queste due domande di concessione, ricordiamo che il consiglio comunale del dicembre passato, l’ultimo prima del commissariamento del Comune di Dimaro per effetto della fusione con il Comune di Monclassico, aveva sostanzialmente deciso di arrivare a un accordo con il privato in merito alla realizzazione della struttura idroelettrica e di andare insieme alla Via (Valutazione di impatto ambientale).

Ora per non dover rincorrere ancora una volta le mire dei privati, l’Asuc ha deciso di battere tutti sul tempo e anticipare una ventilata richiesta di derivazione idroelettrica da parte di privati. «In quel tratto non c’erano ancora domande - evidenzia, infatti, il presidente degli Usi civici Arturo Mochen -. Quindi, chiunque, e sono sempre i soliti noti, avrebbe potuto presentare un’ulteriore richiesta di concessione. Il comitato dell’Asuc, che presiedo e che rimarrà in carica fino a domenica 22 maggio, ha deciso così di prendere l’iniziativa.

Non certo per costruire un’altra centrale o per la voglia di fare l’imprenditore. L’obiettivo è quello di impedire che la faccia un privato e di salvaguardare il nostro territorio e il pezzo di fiume più visibile e più fruito dai turisti. Sarà poi il prossimo comitato a scegliere quale strada percorrere - conclude Mochen -. Se, comunque, si arriverà a realizzare un’altra centrale è opportuno che sia un impianto di natura pubblica e che le entrate economiche che ne derivano vadano, quindi, a beneficio di tutta la comunità».

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