I nonesi ora hanno la loro bandiera

di Roberto Rizzi

Le valli del Noce mai hanno avuto una bandiera sotto la quale unire la loro cultura e tradizione ladina. Grazie all’associazione Rezia, coordinata dall’inossidabile Caterina Dominici, nonesi e solandri potranno ora contare su un vessillo dal preciso sostrato culturale.
Al Caffè Europa di Cles ieri mattina si poteva respirare un’aria storica e culturale, dal sapore fortemente ladino. Il gruppo ha infatti presentato alla stampa la bandiera che - a loro parere - rappresenta non solo l’orgoglio noneso, ma anche una precisa autodeterminazione linguistica.

L’avvocato Sergio De Carneri ha tenuto una vera e propria lectio magistralis sul gagliardetto e sulle date simbolo impresse nell’immagine: «La bandiera è costituita anzitutto da una carta topografica disegnata nel 1540 da Pietro Andrea Mattioli, uomo rinascimentale, ma soprattutto medico di Bernardo Clesio. È una delle più antiche carte geografiche d’Europa e dunque del mondo.

In secondo luogo, vi sono impresse tre date: 46 d.C., il conferimento della cittadinanza romana agli anauni; il 1407, insurrezione contadina di nonesi e solandri e la richiesta di diritti; 2011, anno del censimento nel quale 10.104 cittadini delle valli del Noce, ovvero un quarto d ella pop olazione, si sono dichiarati ladini».

De Carneri ha sottolineato come le prime due date siano particolarmente significative, perché rappresentano un’anticipazione dei diritti del cittadino che di solito si fanno risalire alla Rivoluzione francese: «Queste cose a scuola non le insegnano. La Val di Non ha anticipato tutte le norme di cittadinanza moderne, soprattutto in materia giudiziaria, come la possibilità di essere difesi da un avvocato, un controllo democratico sulla tortura e altri diritti che oggi possiamo leggere sulla Dichiarazione dell’Onu».

Anche il direttivo di Rezia ha desiderato esprimere il proprio pensiero: «Grazie alle bandiere, le genti si sono mosse per difendere tradizioni e valori - ha affermato Giovanni Corrà - La bandiera che presentiamo oggi ha proprio questo scopo. È necessario fare gruppo dietro ad essa, cosicché nonesi e solandri potranno unirsi come popolo avente gli stessi valori ed infine combattere per il raggiungimento dello status di minoranza».

Caterina Dominici ha voluto poi spendere alcune parole di ringraziamento all’autore del disegno, Silvio Nicolodi, il quale, oltre a basarsi sul disegno di Mattioli, si è rivolto a don Fortunato Turrini per ottenere ulteriori informazioni di tipo storico. Il quadro originale è un olio su tela di un metro e venti per un metro e cinquanta ed è ora di proprietà di De Carneri.

Dominici ha poi sottolineato il mancato rispetto della legge secondo la quale se almeno il 15% della popolazione si dichiara appartenente ad una minoranza, allora essa deve essere già considerata tale. Tuttavia, pare che lo statuto speciale di cui gode il Trentino rappresenti in questo ambito un ostacolo ostico da superare.

Ma sembra che Rezia non abbia nessuna intenzione di arrendersi: «Questo è appena l’inizio - ha concluso Dominici - Importante sarà anche avere l’appoggio della Commissione dei dodici, benché Dellai continua a temporeggiare su questo tema. Al contrario, Olivi si è espresso favorevolmente al riconoscimento della minoranza. Ma soprattutto, la volontà democratica si è espressa, dichiarandosi ladina col 25% dei censiti e questa bandiera ne costituisce il simbolo».

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