Val di Non, sposi con la lingua dei sordi

Entrambi sordi hanno detto sì senza la voce. Lui è di Rallo, lei dell'Ucraina

di Katia Rizzardi

L'amore è sordo. Casa Marta, il pregevole palazzo cinquecentesco di Coredo, è stato lo scenario di un matrimonio insolito: lui noneso, lei ucraina, entrambi sordi, hanno detto sì. E lo hanno fatto senza voce, ricorrendo alla lingua dei segni, la comunicazione visivo-gestuale padroneggiata dalle persone non udenti. 

Giulio Matuella, agricoltore di Rallo, e Nataliia Iudina, nata a Smila nell'Ucraina centrale, si sono conosciuti quattro anni fa. Lui, appassionato di fotografia, era in viaggio nell'Europa orientale. Varcato il confine tra Slovacchia e Ucraina, attraversando poveri villaggi, fertili campi di seminativi e grandi città, Giulio si è imbattuto in una ragazza che, come lui, parla con le mani e ascolta con gli occhi. La voglia di comunicare è riuscita ad avere la meglio sulle differenze linguistiche (la lingua dei segni italiana e quella ucraina non sono identiche): l'amicizia è cresciuta nel tempo, oltrepassando l'ostacolo della distanza geografica. Le videochiamate via Internet sono state galeotte: i due, infatti, si sono presto innamorati. Per essere vicino a Nataliia, Giulio si è recato più volte in Ucraina. Insieme hanno raggiunto la capitale Kiev nei giorni delle proteste contro la corruzione governativa e in favore dell'integrazione europea. Nei loro occhi si sono impresse silenziose immagini di dolore e di speranza: i volti delle persone uccise dai cecchini, l'arcobaleno di fiori in memoria delle vittime, la coraggiosa dignità del popolo ucraino, la triste devastazione di Majdan Nezale?nosti, piazza dell'Indipendenza, luogo simbolo di Kiev.

Quell'esperienza si è incisa nei cuori di Giulio e Nataliia, avvicinandoli ancora di più. Dopo un breve soggiorno in valle nel 2012, un anno fa Nataliia si è trasferita a Rallo: per amore, ha lasciato i propri cari e ha coraggiosamente intrapreso una nuova vita a fianco di Giulio. Vivono in una casa antica, abbellita da meravigliosi gerani. Nella sala da pranzo, su un accogliente giropanca spiccano alcuni dizionari russo-italiano; il laptop è connesso al sito Internet di «Spread the sign», progetto internazionale sostenuto dalla Commissione Europea, che mira a diffondere la conoscenza delle lingue dei segni di tutto il mondo. Giorno dopo giorno, il desiderio di sposarsi si è rafforzato. Alcune visite al Consolato d'Ucraina a Milano sono state necessarie per sciogliere ogni intoppo burocratico, dopodiché la coppia ha potuto convolare a nozze.

Il matrimonio civile è stato celebrato dal vicesindaco di Predaia Lorenzo Rizzardi nell'elegante sala della trifora. Il celebrante è stato affiancato da un'interprete di lingua italiana dei segni (comunemente detta Lis): ogni parola del rito è stata tradotta in movimenti delle mani ed espressioni del viso. Gli invitati hanno così potuto apprezzare la ricchezza espressiva della Lis, in favore della quale è in atto una campagna nazionale di sensibilizzazione, affinché lo Stato italiano riconosca ufficialmente la comunicazione visivo-gestuale come lingua a tutti gli effetti. Raggianti ed emozionati gli sposi, circondati da parenti e amici; emozionato il vicesindaco, alle prese con il suo primo matrimonio. Per tutti, è stata una gioia poter festeggiare il coronamento di un amore speciale.

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