Val di Sole, meno cloro nell'acqua

Migliorare l’acqua eliminando, o quasi, il cloro. È il nuovo progetto di potabilizzazione portato avanti dal Comitato di amministrazione dell’acquedotto Centonia. Con l’insediarsi delle nuove amministrazioni comunali, i rappresentanti dell’ente di gestione saranno rinnovati, ma prima di chiudere la propria esperienza il presidente Franco Andreis (già assessore del Comune di Malé) vuole sottolineare il lavoro fatto in cinque anni tra cui, appunto, figura l’installazione di un sofisticato sistema che purifica e sanifica l’acqua limitando fortemente l’uso del cloro. Concordato con Franco Guizzardi del Dipartimento in prevenzione Unità operativa d’Igiene e Sanità dell’Apps e con Marco Visintainer di Dolomiti Energia spa - Attività Ambientale, l’11 maggio scorso è partito l’esperimento della durata di un anno. Alla sorgente del Belvedere sui monti di Folgarida è stato installato un torbidimetro, un sensore cioè capace di capire, in base alla limpidezza dell’acqua, quando sia opportuno e quando invece no far partire il cloratore e solo per il tempo strettamente necessario. Il primo di ogni mese, quindi, dalle 22 alle 4 di mattina, il cloratore si mette in funzione per sanificare tutte le vasche di accumulo e le condotte.


«Abbiamo voluto investire sulla qualità dell’acqua - commenta Andreis - . Nonostante sconti qualche pregiudizio, l’acqua di Centonia parte da una buona base e lo provano le numerose analisi che vengono eseguite. Abbiamo però voluto fare un passo in più verso un principio di precauzione e togliere così una sostanza chimica». Ma molti altri sono stati gli interventi operati dalla gestione uscente: «L’acquedotto di Centonia ha quasi cinquant’anni - aggiunge infatti Andreis - e come tutte le cose risente del passare del tempo. Ci siamo quindi occupati di rimodernare la linea delle tubature e portare delle migliorie al sistema generale».


Realizzato nel 1967 ed entrato in funzione due anni dopo, l’acquedotto serve i Comuni di Dimaro, Monclassico, Malé, Terzolas e Caldes ed è, forse, uno dei più ampi del Trentino. I lavori hanno riguardato in particolare la tubazione principale, che nel tratto tra Monclassico e Terzolas è stata rivestita da una protezione catodica in modo da evitare le microfratture alla struttura causate dalla vicinanza alla linea ferroviaria. Le vasche di accumulo sono state provviste di parapetti, le griglie di troppo pieno alla sorgente sono state sostituite e si è migliorata l’efficienza delle due centrali idroelettriche - una sita tra il sesto e il settimo tornante della strada per Folgarida e l’altra sul territorio di Monclassico - con operazioni che hanno già portato un incremento notevole di introiti. 

Se ciò non bastasse, il comitato uscente, composto da Fabio Albasini (Dimaro), Christian Cavallar (Monclassico), Flavio Forno (Terzolas) e Bruno Penasa (Caldes), ha chiesto l’aumento di portata sulla concessione idroelettrica da 100 litri a 149 litri al secondo. «L’iter è nella sua fase conclusiva - spiega Andreis - ed è un grande lascito ai nuovi membri del comitato che porterà al raddoppio dei guadagni». Si stima che con l’operazione gli introiti dalle centrali possano passare dagli attuali 225.000 euro a circa 450.000 euro. «Dal momento che l’acquedotto di Centonia si autofinanzia - conclude Andreis - si tratta di una fonte importante che potrà contribuire alla riqualificazione della tubazione nel tratto tra la sorgente e Monclassico, opera che abbiamo già progettato e che costerà sui 4 milioni di euro».

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