Samantha Cristoforetti verso il ritorno a terra

Il rientro dallo spazio di Samantha Cristoforetti dopo 200 giorni tra le stelle

di Zenone Sovilla

Quasi sette mesi nello spazio per una collezione di primati: la missione Futura si è conclusa in bellezza, con un bilancio assolutamente positivo che ne fa una «punta di diamante» dello spazio italiano, come l’ha definita il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi, Roberto Battiston. La prima donna astronauta italiana, Samantha Cristoforetti, è tornata a Terra dopo 200 giorni sulla Stazione Spaziale.
«Ben tornata a casa AstroSamantha!», ha scritto su Twitter il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «L’aspetto al Quirinale - ha aggiunto - per manifestarle, da parte di tutta la comunità nazionale, sentimenti di profonda stima e gratitudine».

Su Twitter sono arrivati anche i saluti del presidente del Consiglio, Matteo Renzi: «Bentornata @astrosamantha. Siamo molto orgogliosi di lei, capitano. L’aspettiamo presto in Italia».



E il ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Stefania Giannini, ha ringraziato l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) «per aver dato lustro all’Italia». Entusiasta anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che dato il bentornato all’astronauta, capitano dell’Aeronautica Militare Italiana.

Di avventure ne ha viste molte, la missione Futura, tra fuori-programma e colpi di scena: dai due esperimenti distrutti a fine ottobre 2014 nell’esplosione del razzo Antares, e arrivati in seguito sulla Stazione Spaziale, all’incidente al cargo russo Progress del 29 aprile scorso, che ha imposto la riorganizzazione dei voli e prolungato di circa un mese la permanenza in orbita dell’astronauta italiana.

Ed è per via di questo fuori-programma che Samantha Cristoforetti ha conquistato il primato della più lunga missione affrontata da una donna, battendo il record di 195 dell’americana Sunita Williams. Nata a Milano 38 anni fa e cresciuta a Malè (Trento), laureata in ingegneria meccanica in Germania, a Monaco, Sam è anche l’astronauta europeo che ha affrontato la missione più lunga e, fra i 7 astronauti italiani, è quello che ha finora trascorso più tempo tra le stelle.


Tra le tante attività che ha condotto a bordo, comprese quelle educative, le tante foto e il suo blog, Sam ha anche manovrato il braccio robotico per afferrare le due navette Dragon dell’azienda privata Space X, che hanno portato i rifornimenti a bordo per conto della Nasa. Ha inoltre partecipato ad un singolare trasloco spaziale, con il trasferimento del modulo italiano Leonardo ad una altro punto di attracco per lasciare via libera alle future navette americane sulle quali in futuro torneranno a viaggiare degli uomini.

È stata una missione ricca anche dal punto di vista scientifico, come l’esperimento che ha portato a bordo la prima stampante in 3D per verificare la possibilità di produrre in orbita i pezzi di ricambio dei veicoli spaziali. «Avrò l’orgoglio di essere cavia e tecnico di laboratorio», aveva detto Sam prima di partire, parlando dei dieci esperimenti italiani: dalla fisiologia alla chimica, alla genetica, fino all’origine della vita. L’astronauta ha collaudato anche la prima macchina per il caffè espresso in funzione tra le stelle: oltre a far parte di un rilassante ‘angolo bar’, serve a studiare il comportamento dei fluidi in assenza di gravità. 

A Malé, in festa oggi per il ritorno di Sam, la folla ha gremito la piazza centrale del paese, dove era stato allestito un maxischermo per seguire in diretta le fasi dell’atterraggio. Nel momento in cui la Soyuz ha toccato terra nella steppa del Kazakhstan è scattato un fragoroso applauso e le campane della chiesa parrocchiale hanno suonato a festa.

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Tra i primi a dare il benvenuto a Sam, come detto, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:
«Con trepidazione gli italiani attendevano il rientro dalla missione nello spazio a metà maggio, ma le circostanze hanno voluto riservarle una soddisfazione ancora più grande a coronamento della sua storica impresa: il record mondiale femminile di permanenza consecutiva nello spazio.
Siamo, con lei, fieri ed orgogliosi di questo record, che si aggiunge a quelli europeo e nazionale.
La sua esperienza, gli studi e le tante attività effettuate in oltre sei mesi e mezzo lontano dal nostro pianeta, rappresentano il dono più importante della sua impresa, da trasmettere alle nuove generazioni per infondere conoscenza ed entusiasmo nel futuro.
L’aspetto al Quirinale per manifestarle, da parte di tutta la comunità nazionale, sentimenti di profonda stima e gratitudine».

Un autentico successo e «la punta di diamante» dell’Italia nello spazio: è stata questo, la missione Futura, per il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston. Tanto che i tempi sono già maturi per pensare a nuove missioni di astronauti italiani.
«Si pensa di programmare due nuovi voli, il primo nel 2017 e l’altro fra il 2018 e il 2019», ha detto Battiston.
«In continuità con il passato - ha proseguito - l’Italia programmerà nuove missioni, avendo a disposizione quattro astronauti del corpo europeo, così come avendo accesso alla Stazione Spaziale sia dal lato dell’Agenzia Spaziale Europea sia dal da quello della Nasa».
Battiston ha rilevato inoltre che«il grande successo e la visibilità della missione Futura rappresentano il frutto di una strategia pluriennale dell’Italia nell’investire nelle eccellenza in materia di persone e tecnologie». La missione di Samantha Cristoforetti segna inoltre il primato della più lunga permanenza in orbita di una donna in un’unica missione: Samantha, ha osservato il presidente dell’Asi, «ha percorso più di 130 milioni di chilometri negli ultimi 7 mesi, il più lungo viaggio compiuto da una donna nella storia dell’umanità».
Adesso, ha concluso, «lavoreremo assieme all’astronauta per capitalizzare il risultato ottenuto e rendere sempre più efficace l’azione dell’Italia nel contesto spaziale, settore che sempre più rappresenta un  motore per l’economa, l’innovazione e l’industria di assoluto  rilievo per il nostro Paese».

 

LA DIRETTA DEL RIENTRO

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Ultimo saluto di Samantha e dei suoi colleghi alla Stazione Spaziale. La navetta russa Soyuz si è sganciata dalla stazione orbitale e ha cominciato il viaggio che nel giro di tre ore la porterà a Terrà


Il videoblob di Astrosamantha: sei mesi condensati in due minuti!

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Samantha Cristoforetti e i suoi due compagni di equipaggio, l'americano Terry Virts e il russo Anton Shkaplerov, hanno salutato i colleghi prima di entrare nella navetta Soyuz che li porterà di nuovo sulla Terra, con un atterraggio alle 15.43 di oggi (ora italiana) nella steppa del Kazakhstan. Dopo le ultime foto ricordo, gli abbracci e gli auguri di "buona fortuna!", il portello della navetta, da 200 giorni agganciata alla Stazione Spaziale, è stato chiuso.

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Tutto pronto nello spazio e anche a terra: la trentina Samantha Cristoforetti oggi, alle ore 15.43, rimetterà piede sulla terra ferma. Grande attesa per lo storico evento anche in val di Sole: in piazza del Municipio a Malé verrà montato un maxischermo per seguire in diretta dal sito della Nasa e da Rai News tutte le fasi dell'atterraggio in Kazakistan dell'Iss. Dalle 12 si riuniranno in piazza cittadini e rappresentanti delle istituzioni, pronti a festeggiare, dopo 199 giorni nello spazio, il rientro della trentina più famosa del mondo. Anche la Rai si collegherà con Malé.

IL VIAGGIO DI RITORNO

I tre astronauti della missione, dopo aver orbitato oltre sei mesi a circa 400 chilometri dalla Terra, nella Stazione spaziale internazionale (Iss), ripartiranno domani, giovedì 11 giugno, alle 7,55 italiane: la rappresentante dell'Agenzia spaziale europea (Esa) chiuderà il portello della navicella russa Soyuz, dove si preparerà a tornare a casa con il collega americano Terry Virts e al russo Anton Shkaplerov, che sarà ai comandi. I tre affronteranno un volo di 200 minuti, al termine del quale è previsto l'atterraggio nella steppa del Kazakistan alle 14.54 italiane.

Non sarà un viaggio comodo: per i tre colleghi si tratterà di starsene pigiati dentro l'abitacolo (più piccolo di quello di una Smart) e sopportare scossoni, sbalzi e altri momenti piuttosto elettrizzanti. Una volta lasciata lentamente l'Iss grazie a un meccanismo a molle, la navicella accenderà i motori e cambierà orbita per prepararsi alla discesa: un procedura delicata che sarà gestita automaticamente dal computer di bordo elaborando i dati inviati dal centro di controllo terrestre. La precisione del'orbita è fondamentale sia per sviluppare una velocità adeguata sia per evitare un rimbalzo sverso lo spazio invece del rientro nell'atmosfera.

A circa mezz'ora dall'atterraggio avviene la separazione della capsula con i tre cosmonauti dagli altri due moduli che compongono la navicella, a circa 140 chilometri di altitudine. Il modulo orbitale e il comparto strumenti finiranno in cenere, mentre l'abitacolo - protetto da uno scudo termico - attrverserà gli strati più densi e roventi dell’atmosfera.

Nella sua rotta per il rientro nell’atmosfera terrestre, la Soyuz parte dalla velocità orbitale della stazione spaziale (circa 28.000 km/h) per scendere tra varie vibrazioni fino agli 800 km/h raggiunti a dieci chilometri dalla superficie terrestre, quando si apre il paracadute (cento metri quadrati) al fine di imprimere un ulteriore rallentamento della discesa, fino a soli 22 km/h. Infine, un attimo prima dell'impatto con il terreno, entrano in azione i retrorazzi che producono un effetto frenante che riduce la velocità a 5 km/h. Ciò nonostante, l'atterraggio è uno scossone piuttosto forte per i tre viaggiatori delle spazio, un po' come finire con l'auto contro un palo, tant'è che gli astronauti dovranno assumera la classica posizione raccolta, protettiva con le braccia a proteggere testa e corpo.

Pochi minuti dopo la squadra di soccorso raggiunge la navetta e apre lo sportello: gli astronauti tornano a respirare l'aria della Terra. Saranno trasportati fuori in barella, verranno sottoposti alle visite mediche e dovranno inannzitutto riabituarsi al «peso» delal forza di gravità

Il viaggio di ritorno sulla Terra in un video commentato dagli esperti dell'Agenzia spaziale europea

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L'atterraggio della Soyuz TMA-07M il 14 maggio 2013 nel deserto del Kazakhstan

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LA MISSIONE

Soddisfatto il presidente dell'Agenzia, Roberto Battiston, per il quale «avere Samantha Cristoforetti nello spazio ha segnato un periodo esaltante»

«La Soyuz ha dormito per sei mesi, ma adesso è ora di svegliarsi»: Samantha Cristoforetti saluta la navetta che domani, 11 giugno, la riporterà a Terra, al termine di una missione da record, che l'ha vista impegnata tra esperimenti scientifici, traslochi spaziali, attività educative, cucina salutare e il primo angolo bar dello spazio, dove per la prima volta tra le stelle si serve un autentico espresso. Ma Samantha ha anche lanciato dallo spazio un'immagine di simpatia che ha fatto breccia in tanti italiani, a cominciare dai trentini che l'hanno vista come una loro «campionessa». È stata una missione «esaltante», come l'ha definita il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston.

La missione Futura, la seconda di lunga durata dell'Asi e la prima di una donna italiana tra le stelle, ha avuto una durata extra di quasi un mese in seguito all'incidente che l'8 maggio scorso ha comportato la perdita del cargo russo Progress, precipitato nel Pacifico per un problema al lanciatore.

«Oltre ad essere la prima donna italiana in orbita - ha aggiunto Battiston - Samantha ha dato prova di una grande comunicatività e di un notevole impegno nelle attività scientifiche, sia negli esperimenti portati in orbita nella missione Futura, sia in decine e decine degli altri esperimenti presenti a bordo della Stazione spaziale internazionale». Soprattutto, per Battiston, la missione «Futura» ha contribuito a sottolineare il ruolo della ricerca che, ha rilevato, «non si misura in risultati istantanei, ma è invece un processo continuo». Basti pensare, per esempio, che «in passato gli astronauti perdevano massa muscolare e ossea in modo significativo, mentre oggi - ha osservato Battiston - rientrano in condizioni molto migliori grazie ai risultati ottenuti in ann di ricerche volte a capire come il nostro organismo reagisce alla microgravità». Sono risultati che, ha detto ancora il presidente dell'Asi, «ci permetteranno di vivere meglio nello spazio, ma anche di affrontare sulla Terra i problemi relativi alla salute».

 

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