Val di Pejo, aperte due centrali energia con l'acqua del Noce

Alle 11,45 di giovedì scorso i primi kW prodotti dalla centrale di Contra sono entrati in rete e poche ore dopo, alle 19.50, anche le turbine dell’impianto di Castra hanno iniziato a produrre energia con l’acqua del Noce. Ad oltre 10 anni dalla prima domanda di concessione (luglio 2004), due delle tre centrali idroelettriche volute dall’amministrazione comunale di Pejo sono partite.

Per il terzo impianto, quello di Cusiano della società Alto Noce srl (Pejo possiede la quota di un terzo, un terzo è del Comune di Ossana e un terzo di privati) occorre ancora qualche giorno, ma il passaggio dell’acqua nella condotta da 220 centimetri, che si sviluppa per circa 7,5 km, è un momento «storico» e molto atteso per il Comune di Pejo.

Anche il Comitato permanente di salvaguardia del fiume Noce aderisce all'Appello nazionale per la moratoria dei progetti di centrali idroelettriche nei corsi d'acqua italiani che nasce sulla sc ia di lotte ormai pluriennali che hanno caratterizzato alcune aree dell'arco alpino e sono particolarmente forti nella vicina area dolomitica bellunese, terra che ha vissuto la tragedia del Vajont e che ora registra una corsa al business idroelettrico, fenomeno peraltro che si va ingrossando anche in Trentino. - See more at: http://www.ladige.it/territori/non-sole/2015/02/02/idroelettrico-anche-comitato-salvaguardia-noce-chiede-moratoria#sthash.yLfF9Lqs.dpuf

«La prima concessione trentennale per Castra è del 2010, le altre due sono del 2012», spiega Francesco Framba, assessore uscente all’energia e «anima» dell’operazione (248 preferenze personali alle elezioni di domenica scorsa).

«È stato un percorso lungo, difficile, ora è realtà». Ed è una realtà potenzialmente strategica per le finanze comunali di Pejo, perché - riassume Framba - «se gli incentivi Gse resteranno invariati, con gli impianti a pieno regime e precipitazioni nella media, l’entrata netta per il Comune sarà di circa 2,4 milioni di euro all’anno».

I tre impianti di Contra, Castra e Cusiano sono «a cascata»: dallo scarico dell’impianto Enel/Hde di Cogolo Pont (quota 1.198 metri) fin quasi alla confluenza del Noce con la Vermigliana (958 metri). La portata massima dei tre impianti è 9.000 litri al secondo, la produttività media annua è rispettivamente di 2.985,08 kW, 2.967 kW e 2.944,31 kW con un’aspettativa complessiva di 63 milioni di kWh annui vendibili e l’incentivo per 25 anni grazie all’accreditamento nel Registro di assegnazione del Gse: «L’incentivo - osserva Framba - consiste nella differenza fra il valore dell’energia venduta sul mercato, che è variabile, e l’importo fisso di 129 euro a MW prodotto. Ciò significa che per 25 anni ci viene garantita la cifra di 0,129 euro a kW».

E i costi?

«Circa 11 milioni di euro più iva a impianto - argomenta Framba - per i quali si è scelto un leasing per l’impianto della società Alto Noce e la soluzione di una “Associazione in partecipazione” per gli impianti di Contra e di Castra». Una soluzione prevista dal Codice civile per un contratto, e non una società: «Come titolari di concessione idroelettrica - argomenta Framba - abbiamo emesso un bando per la ricerca di una impresa specialistica da associare nell’operazione, con la costruzione degli impianti a suo carico in cambio di una quota di partecipazione agli utili. Con il secondo bando da noi emesso, la Pac spa di Bolzano è diventata associata, e ha lavorato ininterrottamente tutto l’inverno. In cambio della realizzazione a sue totali spese delle due centrali, gli utili netti per i prossimi 26 anni verranno così divisi: 53% alla ditta realizzatrice, 47% al Comune di Pejo, che rimane il proprietario».

Framba rimarca infine l’aspetto ambientale e paesaggistico: «Nel territorio del Parco non si vedono né edifici né opere di presa, e laminando le piene si dovrebbe recuperare qualità biologica del Noce. Ci saranno 19 punti di controllo da questo punto di vista».

Il sistema «in serie», viene spiegato infatti nel Piano di monitoraggio ambientale, «determinerà di fatto l’eliminazione, per l’intero tratto d’alveo sotteso, di gran parte degli effetti ambientali del frequente hydropeaking indotto dall’impianto idroelettrico soprastante».
Nell’edificio della centrale mediana, quella di Contra, Framba ricorda infine che verrà realizzata una sala destinata ad attività didattice e informative.

La questione dello sfruttamento idroelettrico dei corsi d'acqua è peraltro da anni al centro di un confronto politico, con molte realtà organizzate che mettono in guardia contro gli effetti negativi sui territori e sull'ecosistema fluviale (specie per l'effetto cumulativo di una miriade di impianti) di questa attività economica finanziata da incentivi statali perché assimilata - impropriamente, secondo i critici - alle fonti rinnovabili.

Anche il Comitato permanente di salvaguardia del fiume Noce aderisce all'Appello nazionale per la moratoria dei progetti di centrali idroelettriche nei corsi d'acqua italiani che nasce sulla sc ia di lotte ormai pluriennali che hanno caratterizzato alcune aree dell'arco alpino e sono particolarmente forti nella vicina area dolomitica bellunese, terra che ha vissuto la tragedia del Vajont e che ora registra una corsa al business idroelettrico, fenomeno peraltro che si va ingrossando anche in Trentino.

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