I dirigenti del Comune di Trento in convento

Due giorni di clausura al convento di Terzolas, in Val di Sole, per i dirigenti del Comune di Trento. Il sindaco Andreatta però non ha chiesto loro di alzarsi all'alba e di fare vita monastica: l'iniziativa è stata organizzata per un corso di formazione. Tutti a lezione, quindi, con argomenti impegnativi: al lavoro per migliorare il gioco di squadra e per cercare di ridurre il livello dello stress dei dipendenti comunali. Ma è polemica sulla spesa

di Daniele Battistel

andreattaChissà se si alzeranno all'alba per le lodi, se al tramonto leggeranno i vespri e se prima di coricarsi reciteranno la «compieta». Probabilmente mangeranno il baccalà, che da decenni è la specialità dei loro padroni di casa, i frati cappuccini.
Già, perché da ieri mattina e fino a stasera i dirigenti del Comune di Trento sono in una sorta di «clausura» al convento dei frati di Terzolas, valle di Sole. A onor del vero, definirlo convento è quasi un'offesa, visto che gran parte della struttura religiosa è stata recentemente trasformata in un modernissimo hotel.


Ma cosa ci vanno a fare i vertici della macchina burocratica comunale in un convento? Un corso di formazione. Tema della due giorni, pensata in collaborazione con il Consorzio dei Comuni, riguarda il lavoro di squadra, la gestione delle risorse umane e dello stress dei dipendenti, e le prospettive dell'organizzazione comunale anche alla luce delle ultime novità, a partire dall'introduzione del «mercato unico provinciale» per gli acquisti e al decreto anticorruzione voluto dal governo Monti.

 

Di solito i fine settimana per «rafforzare lo spirito di squadra» e «potenziare le motivazioni» sono prerogativa delle grandi multinazionali che, di tanto in tanto, obbligano i loro manager a camminare sui carboni ardenti o a gettarsi in tinozze di acqua ghiacciata per metterli alla prova e spingerli a votarsi ancora di più al business. Una scelta insolita e sperimentale, quindi, quella del Comune di Trento di invitare i propri dirigenti ad una due giorni lontano da casa e che - come prevedibile - non potrà mancare di scatenare polemiche. Se non altro per le spese sostenute dall'amministrazione.
Per pagare vitto e alloggio ai 24 dirigenti presenti (6 sono rimasti dietro la scrivania a «presidiare» la macchina) Palazzo Thun ha sborsato circa 4.500 euro, pari a 187 euro pro capite. Non una gran cifra, per carità, ma che qualcuno non ha mancato si sottolineare.


Per esempio la consigliera comunale d'opposizione Gabriella Maffioletti, che sul tema ha presentato una domanda di attualità a cui il sindaco dovrà rispondere in aula martedì prossimo. «Voglio conoscere esattamente le motivazioni che sostengono questa iniziativa - dice la consigliera - e sapere se, dati i tempi di spending review che vengono più volte richiamati dal governo centrale e locale per giustificare tutta una serie di rincari e di balzelli, non si ritenga inappropriato il ricorso alle casse pubbliche del Comune per sostenere i costi di soggiorno e di trasferta».
Per Maffioletti «è singolare come queste scelte siano spesso sottaciute e intraprese di nascosto».

comments powered by Disqus