Nasce la «Skiarea» e Pejo resta fuori

Non mancano gli scontenti per la novità annunciata dalle società funiviarie di Folgarida-Marilleva, Campiglio e Pinzolo (si veda L'Adige di ieri). La nascita del comprensorio sciistico «Skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta - Val di Sole Val Rendena», ha destato una certa agitazione tra gli operatori turistici solandri. La stessa Apt delle valli di Sole, Pejo e Rabbi nel pomeriggio di ieri ha convocato d'urgenza i membri del comitato esecutivo per esaminare la questione

di Lorena Stablum

Non mancano gli scontenti per la novità annunciata dalle società funiviarie di Folgarida-Marilleva, Campiglio e Pinzolo (si veda L'Adige di ieri). La nascita del comprensorio sciistico «Skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta - Val di Sole Val Rendena», ha destato una certa agitazione tra gli operatori turistici solandri. La stessa Apt delle valli di Sole, Pejo e Rabbi nel pomeriggio di ieri ha convocato d'urgenza i membri del comitato esecutivo per esaminare la questione.
La discussione per l'individuazione di un brand unico in grado di promuovere in maniera organica la skiarea tra le località di Folgarida-Marilleva e Campiglio era sul tavolo da qualche anno. Nel 2011 l'Apt aveva commissionato alla Trentino School of Management l'analisi delle potenzialità legate alla scelta e delle modalità con le quali adottare un marchio distintivo condiviso. Finora i tentativi d'intesa erano però andati a vuoto. Le difficoltà nascevano dall'incapacità di trovare un accordo sulla denominazione da dare alla maxi area.
«Il nostro scopo - commenta il presidente dell'Apt  Alfredo Ravelli  - è quello di vendere un prodotto complessivo con il Tonale e la val di Pejo. Per noi, la scelta migliore sta nel disegno di un brand a cappello, dal quale possa emergere la proposta territoriale in grado di valorizzare il pregi delle due valli». In sostanza, l'Apt solandra desiderava un marchio «super partes», che facesse riferimento alle Dolomiti di Brenta. Linea questa avallata anche da una delibera del cda del 19 dicembre scorso.
Non nasconde invece grande preoccupazione il presidente della locale sezione dell'Unat  Aurelio Veneri . L'albergatore, che ha la propria attività a Cogolo, teme le conseguenze negative derivanti dall'esclusione della Val di Pejo dai piani di commercializzazione e promozione della skiarea. «Non solo nuoce molto alla nostra offerta invernale - esordisce Veneri, che pure conviene sull'intelligenza della mossa operata dalle società - ma divide la Val di Sole e minaccia gli equilibri interni al territorio. Gli investimenti di Pejo 3000 sono stati pensati per il vantaggio di tutta la valle. Per questo hanno senso solo se si mantiene un legame con la Val di Sole almeno dal punto di vista dell'immagine. Così invece si separano nettamente l'offerta delle zone decentrate come il Tonale e di Pejo. La Valletta, che non può contare su località di richiamo, deve avere il suo traino in Folgarida e Marilleva per poter vendere un prodotto globale e completo».
Non entra nel merito di «scelte aziendali legittime», come le definisce, il presidente del Consorzio Adamello Ski,  Denis Bertolini . «Ci sono però dei punti interrogativi sull'uso del nome Val di Sole nel marchio, visto che due zone non vi sono ricomprese, e resta da capire che ruolo intenda svolgere l'Apt: se a sostegno della valle o dell'iniziativa delle società», evidenzia infine Bertolini.

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