Personaggi / La morte

Giuseppe Mottes, una vita sugli sci: si è spento a 94 anni il “maestro” della Paganella

Lino Nicolussi, amico di una vita: “Prima di tutto era un vero montanaro”. “È sempre stato un papà molto severo ma anche molto presente - ricorda invece Rodolfo -. Per lui lo sport era una forma di rispetto ed educazione. Per lui prima veniva il dovere e poi il piacere. Però non ci ha mai fatto mancare nulla”

FAI DELLA PAGANELLA. “Giuseppe era prima di tutto un montanaro e poi un maestro di sci, proprio come me. E questo è stato il suo più grande pregio”. Così Lino Nicolussi descrive Giuseppe Mottes, classe 1929, amico di una vita a cui ha fatto anche da testimone di nozze, spentosi qualche giorno fa. Bepi Mottes, com'era soprannominato, era un maestro di sci molto conosciuto in Trentino.

Viveva nella sua amata Fai della Paganella dove nel 1988 ha fondato l'Hotel Montana assieme al figlio Rodolfo, oggi gestore della struttura, anch'egli esperto maestro di sci. Quella di Mottes è stata una vita sportivamente molto intensa che lo ha portato ad essere il primo maestro di sci della Paganella, uno dei pionieri sul monte Bondone e in Tonale. Assieme all'amico Lino fondò una scuola di sci, replicata anni dopo in Paganella.

“Prima di fare amicizia abbiamo gareggiato nella prima 3tre del 1950, proprio nel suo paese natio, a Fai”, ricorda Nicolussi. ”Per diventare maestri di sci abbiamo fatto dei corsi, come quello a Malga Golina, ma certamente abbiamo imparato molto anche con il grande Franz Freund. Bepi, inoltre, aiutava ad organizzare le gare e batteva le piste come un vero montanaro. Ricordo quando nel 1962 abbiamo collaborato ad organizzare la InterSki, il raduno mondiale di tutti i maestri di sci”.

”L'ho conosciuto di persona quando ormai era avanti con gli anni”, dice Mario Panizza, presidente dei maestri di sci in Trentino. “È stato forse un caso, perché gli ho fatto dei corsi di aggiornamento per la sua attività di maestro di sci”. “Non lo conoscevo personalmente, però era una persona che ha sempre partecipato alla vita di paese”, racconta Maria Vittoria Mottes, sindaca di Fai della Paganella.

“Lo ricordo come un papà speciale – racconta la figlia Antonella Mottes -. La stessa passione che metteva nello sci e nell'insegnarlo, la metteva anche in famiglia. Ci ha sempre spronati, aspettandoci e consigliandoci. Ci ha fatto godere la montagna nel modo più bello. Noi vivevamo la montagna d'inverno, quando ci portava in Bondone a sciare, e d'estate, quando ci portava a camminare, qui a Fai. Un papà all'antica, ma come tanti altri, che le domeniche le passava con me e i miei fratelli Rodolfo e Michela”.

“È sempre stato un papà molto severo ma anche molto presente - ricorda invece Rodolfo -. Per lui lo sport era una forma di rispetto ed educazione. Per lui prima veniva il dovere e poi il piacere. Però non ci ha mai fatto mancare nulla”.

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