San Michele / Il caso

Max Factory non trova personale: venti posti all’ex Mercatone, ma per ora pochi candidati

L’apertura il 23 maggio. I sindacati che hanno seguito la trattativa dopo il fallimento del Mercatone Uno, fanno presente che l'azienda propone contratti di 24 ore settimanali per la maggior parte delle figure, con massima flessibilità giornaliera e settimanale

SAN MICHELE ALL'ADIGE.  Le porte automatiche del nuovo punto vendita Max Factory, sbarcato al posto dell'ex Mercatone Uno, dovrebbero aprirsi sabato 23 giugno, secondo quanto annunciato ieri mattina alla conferenza stampa in municipio. Si tratta di una grande catena di abbigliamento e calzature con punti vendita in tutta Italia.

Ma, in attesa dell'inaugurazione, è emersa a chiare parole l'importanza e la necessità «di gridare al mercato che abbiamo bisogno di personale», ha detto il direttore generale Stefano Giorgetti, per far presente una situazione che ha còlto di sorpresa anche la stessa sindaca, Clelia Sandri.

L'azienda cerca infatti venti persone da assumere, ma non le trova. Solo una decina di giorni fa, in una dichiarazione al nostro quotidiano, la sindaca parlava di una importante opportunità lavorativa e pure di rilancio di un edificio, che altrimenti rischiava di diventare sempre più fatiscente alle porte del paese. «Anch'io faccio un appello, perché siamo in un momento dove c'è crisi, dove c'è un livello di povertà molto alto, lo si legge anche sui giornali. Molte famiglie faticano a pagare le bollette e tanti giovani sono a casa. Penso quindi che potrebbe essere una buona opportunità di un lavoro, anche di buon livello e formativa». Confidando in una risposta positiva, la prima cittadina ha sottolineato come Mercatone Uno fosse "amato" dai cittadini e che la nuova proprietà sta cercando di fare lo stesso.

«Mi pare che anche dal punto di vista dei rapporti si siano instaurati positivamente - ha commentato -. Noto una certa voglia di collaborare e di confrontarsi e questo è sicuramente positivo». Ed anche l'azienda ha sottolineato la volontà di consolidare il posizionamento sul territorio e con le famiglie.

«Noi offriamo un posto di lavoro in un'azienda molto seria, fortemente in crescita e con grandi ambizioni a diventare un player internazionale - ha spiegato Giorgetti -. Il nostro arrivo in Trentino è una grandissima opportunità. Alla fine dell'anno scorso abbiamo aperto il nostro primo negozio in Veneto e stiamo iniziando a presidiare tutto il nord Italia. Alla fine dei prossimi due mesi al massimo, dovremmo arrivare ad avere 36 punti vendita, di cui dieci sono ex Mercatone. Da alcuni abbiamo ereditato i dipendenti (come nel caso degli otto di San Michele ndr), altri invece li cerchiamo dal libero mercato».

Cosa vi ha spinto ad investire sulla Piana Rotaliana? «L'investimento segue una linea aziendale strategica, cioè l'ingresso già due anni fa nel mondo della grande distribuzione. Quindi un salto di qualità in linea con la media delle altre acquisizioni fatte. Inoltre, sotto l'insegna di Mercatone, il negozio di San Michele all'Adige è sempre stato molto performante. Questo per noi è anche sinonimo di garanzia».

Eppure il personale, per ora, non si trova. I sindacati che hanno seguito la trattativa dopo il fallimento del Mercatone Uno, fanno presente che l'azienda propone contratti di 24 ore settimanali per la maggior parte delle figure, con massima flessibilità giornaliera e settimanale. «Buona parte degli ex Mercatone hanno rinunciato in quanto hanno trovato condizioni lavorative migliori», spiega Francesca Delai, Filcams Cgil. Le prossime settimane saranno comunque cruciali per le nuove assunzioni. L'apertura, come detto, è prevista per il 23 giugno, data entro la quale gli ultimi interventi migliorativi sull'immobile dovrebbero essere ultimati.

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