Salute / Il caso

Cembra, da un anno manca il pediatra e i genitori si ribellano: lettera a Fugatti. E Segnana: "Problema alla nostra attenzione"

Da Cembra a Grumes, circa 4 mila famiglie senza il servizio, centinaia le firme di protesta inviate alla provincia ed all’Azienda Sanitaria: «una gravissima mancanza». La risposta dell'assessora competente

di Viviana Brugnara

CEMBRA. È partita nei giorni scorsi una lettera con un'importante raccolta di firme, diretta ai vertici provinciali che si occupano della Sanità pubblica - dal presidente, Maurizio Fugatti, all'assessora Stefania Segnana - e agli uffici dell'Azienda provinciale per i Servizi Sanitari, arrivando anche al Commissario della Comunità della Valle di Cembra, Simone Santuari.Il motivo riguarda la richiesta di riapertura degli ambulatori pediatrici per i Comuni di Altavalle e Cembra Lisignago, che interessano quindi le frazioni - partendo dalla parte alta della valle - di Grauno, Grumes, Valda, Faver, Cembra e Lisignago.

A spiegare i motivi che hanno spinto centinaia di genitori «indignati» - come si definiscono nello scritto - a prendere carta e penna e manifestare il loro pensiero, è Cristina Zanot, giovane mamma residente a Grumes.

Tutto parte dal marzo dello scorso anno, quando la pediatra in servizio sulla sponda destra della vallata cembrana, la dottoressa Emanuela Del Negro, chiese trasferimento verso altra sede per motivi personali.

«Da quel momento - spiega Cristina Zanot - la dottoressa Del Negro è stata sostituita da una collega che ha risposto ad un concorso dell'Azienda Sanitaria, indetto per l'ambulatorio che si trova nel Comune di Giovo. In questo modo sono stati lasciati scoperti gli altri due grossi comuni della sponda destra, Altavalle e Cembra-Lisignago. La nuova pediatra ha dato disponibilità in via eccezionale ad aprire un pomeriggio a settimana l'ambulatorio di Cembra, altrimenti tutte le famiglie che ne hanno bisogno devono recarsi a Verla di Giovo. C'è da considerare che Grauno, il paese più lontano, dista più di mezz'ora di auto. Parlando di cifre, ci riferiamo a due comunità che insieme contano circa quattromila abitanti e che ad oggi sono prive di un medico pediatra».

Molti sono stati i genitori che si sono impegnati e si sono coordinati per portare avanti questa raccolta firme nelle sei frazioni alla quale hanno risposto per la precisione ben 704 censiti.

La lettera si aggancia ad un commento positivo del presidente Fugatti in seguito all'approvazione del Programma di sviluppo strategico 2021-2025, fatto dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari e approvato nel maggio dello scorso anno. Un'idea nobile e condivisibile - si legge nella lettera - in un territorio come quello trentino, montano e a volte disagevole, che necessita di reti capillari per fornire di servizi i centri più remoti. L'idea di fondo, dunque, e quella della distribuzione dei servizi sanitari sul territorio al fine di garantire equità di accesso alle cura a tutti i cittadini.

Di fatto però - lamentano i firmatari - «noi e i nostri bambini ci siamo visti privare di un servizio essenziale come la presenza costante e stabile sui territorio di un pediatra che smentisce i buoni propositi della politica».

«Come famiglie - conclude Zanot - riteniamo che questa sia una gravissima mancanza a livello territoriale: siamo già una valle sprovvista di moltissimi servizi, a tratti disagiata e lontana dalla città. Chi sceglie di vivere in questi luoghi è consapevole delle rinunce e delle fatiche che deve affrontare e le accetta volentieri, preferendo una buona qualità di vita e di relazioni che offre la vita dei paesi di montagna. Questo però non significa che dobbiamo rinunciare ad un servizio essenziale e irrinunciabile come quello della tutela della salute dei nostri figli».

Per questi motivi, la lettera si conclude con un'accorata richiesta rivolta alla giunta provinciale e all'Azienda sanitaria per un impegno a considerare e risolvere questo problema.

La risposta dell'assessora Segnana è arrivata dopo la pubblicazione della lettera sull'Adige.

"Raccolte le istanze del territorio, si porterà all'attenzione del Comitato provinciale pediatri di libera scelta il tema del numero di pediatri in val di Cembra, per verificare la possibilità di aprire una sede sul Comune di Altavalle, stante anche l'accordo provinciale che prevede, nelle zone dove vi siano più di 40 assistiti di età compresa fra zero e sei anni, la possibilità di attivare il servizio almeno un giorno ogni 15".

Così, l'assessore alla salute, Stefania Segnana. A quanto riferito dall'assessore, in valle di Cembra ci sono due pediatri: uno garantisce il servizio su tre ambulatori, a Segonzano, Albiano e Lavis e ha 75 posti disponibili; l'altro su due sedi, la principale a Giovo e la secondaria a Cembra Lisignago dove è presente solo un giorno alla settimana. La disponibilità di quest'ultimo è di 279 posti. 

Esattamente quello di cui si lamentano i genitori.

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