Valle dei Laghi / Il caso

Ma davvero basta una pista ciclabile per "compensare" la riaccensione dei forni del cemento in Val dei Laghi?

Il sindaco Bortoli rivela il baratto con la Provincia.  Il Comitato all'attacco, per la riaccensione intorno a Natale. L’ex consigliera provinciale Manuela Bottamedi: "I Comuni hanno taciuto per mesi. Ora si scopre che sono già d’accordo con la Provincia”, in arrivo la "compensazione"

di Andrea Tomasi

VALLE DEI LAGHI. La Valle dei Laghi si prepara ad un nuovo impoverimento. Non è un modo di dire. È la consapevolezza, perfettamente espressa dal sindaco di Madruzzo Michele Bortoli, del tipo di futuro che aspetta il territorio famoso per le produzioni vinicole, il trekking, le pareti di arrampicata e, dulcis in fundo, il cicloturismo. C'è chi in questi giorni riaccende le luci dell'albero e poi ci sarà la riaccensione dei forni del cementificio di Sarche.

Sono "fuochi di Natale" ampiamente annunciati dal Comitato Salviamo la Valle dei Laghi, che si batte contro il via libera, dato dalla Provincia di Trento, all'attività dei forni del cementificio (Italcementi - Heidelberg Group), che si trova sul territorio comunale di Madruzzo, nella piana di Sarche, fra i vigneti che regalano Nosiola, Vin Santo e Bollicine: un biodistretto con le coltivazioni che fanno capo, fra gli altri, alla Cantina di Toblino e alle Cantine Ferrari. Da gennaio ci si aspetta un aumento della produzione cementiera, un peggioramento della qualità dell'aria e del traffico di mezzi pesanti: tutto in regola, autorizzato e sigillato con i timbri della giunta provinciale.

Sarche, Italcementi riparte: «Un impoverimento per la Valle dei Laghi»

La Valle dei Laghi si prepara ad un nuovo impoverimento. Non è un modo di dire. È la consapevolezza, perfettamente espressa dal sindaco di Madruzzo Michele Bortoli, del tipo di futuro che aspetta il territorio famoso per le produzioni vinicole, il trekking, le pareti di arrampicata e, dulcis in fundo, il cicloturismo.

Una ripartenza a norma di legge, che però non fa venire meno la paura e la rabbia di chi abita nel territorio e di chi ci lavora. Nei mesi scorsi i sindaci hanno avuto un incontro con rappresentanti dell'esecutivo provinciale. Risultato: la riaccensione dell'impianto, con conseguenti emissioni in atmosfera, verrà compensata con la costruzione di una pista ciclabile.

Principale promotore dell'accordo compromissorio è stato il primo cittadino di Cavedine David Angeli. Di questa soluzione (un non meglio precisato percorso per i cicloturismo quale "risarcimento" per l'impatto del colosso industriale) si è parlato sabato scorso nel teatro di Calavino, dove si è tenuto l'incontro con la popolazione della valle dei Laghi «per discutere - si legge nel comunicato del comitato presieduto da Marco Pisoni e che ha come portavoce il giornalista e scrittore Marco Albino Ferrari - sui danni ambientali».

«Vastissima la partecipazione. Famiglie con bambini, numerosi studenti, cittadini preoccupati per i fumi che presto - così ha recentemente annunciato Italcementi - riprenderanno a uscire dalle ciminiere. Ciminiere poste accanto a colture biologiche e a biotopi, in uno degli angoli di maggior pregio ambientale e paesaggistico del Trentino». Abilissimo Ferrari, nel mettere il sindaco Michele Bortoli nella condizione di dire ciò che tanti cittadini urlano da mesi: la buona salute del cementificio - che peraltro si traduce anche in qualche decina di assunzioni - non corrisponde alla buona salute del territorio e della sua economia.

«Lei - ha chiesto dal palco del teatro il portavoce del comitato - pensa che la presenza del cementificio sia un arricchimento della valle?»

«Arricchimento no - ha risposto Bortoli - Questo lo sappiamo benissimo».

«Quindi non è un arricchimento. Se non è un arricchimento è una detrazione per gli abitanti della nostra valle e quindi dovrebbe esserci una compensazione».

Replica del sindaco: «La compensazione... ne abbiamo parlato all'interno di un incontro che abbiamo avuto in Provincia. Il sindaco di Cavedine (...) ha chiesto, fra le opere in compensazione, una ciclabile».

E questo documento sarà approvato in consiglio comunale». Più poveri, ma con più ciclisti. «Insomma la valle ha solo da perdere dall'operazione cementificio e a guadagnarci saranno in pochissimi» ironizza il giorno dopo Manuela Bottamedi, ex consigliera provinciale che da abitante della valle si è interessata al tema a fianco del comitato.

«Così non va - dice - . Trovo curioso che sia stato il sindaco di Cavedine a promuovere le trattative, considerato che il suo territorio sarà quello che pagherà meno l'impatto, in termini ambientali e di salute, della riaccensione dei forni. Da mesi suoniamo l'allarme, ma i sindaci sono parsi deboli e silenziosi: un atteggiamento che dà ampi spazi di manovra sia alla multinazionale del cemento che alla politica provinciale, che si guarda bene dall'opporsi».

Lo sviluppo delle piste - si dice - è cosa prevista in tutte le valli. «Offrire la ciclabile come compensazione al riavvio della combustione nell'impianto di Sarche è come offrire un caffè: inutile e comunque niente di nuovo».

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