Ecco la gran ciclabile di Cembra ok al progetto da 25 milioni con piste su tutte e due le sponde

di Gigi Zoppello

Una pista ciclabile su entrambi i lati della valle di Cembra, 90 chilometri in totale, oltre 25 milioni di euro di costo. Sono questi i numeri del progetto «CicloAvvia» che è stato approvato lunedì sera in Comunità di valle. Si tratta di un ambizioso piano che intende impiegare così gli 11,5 milioni di euro, per cominciare, derivanti ai comuni della valle dalla concessione della diga di Stramentizzo. Due anni fa si era iniziato a parlarne, lunedì i consiglieri hanno approvato con un solo astenuto - Antonella Nardin - l’incarico per il preliminare all’architetto Stefano Casagrande e l’ingegner Ermanno Fassan.
A introdurre il tema è stato il presidente Santuari, da sempre fautore di questo progetto. «Un domani - ha detto Santuari - avremo su tutte e due le sponde una pista ciclo-pedonale che collegherà ogni centro abitato. Sarà una grande occasione per portare qui il turismo in bicicletta, ma anche per unire finalmente i paesi della valle».
Un domani quindi, che Santuari ipotizza fra 5 anni, nel quale le piste ciclabili della Valle saranno collegate con quella di Fiemme, e con quella dell’Adige a Lavis. «Immaginatevi la potenzialità di un percorso che inizia a Canazei e vi può condurre fino a Verona. Se poi fosse possibile fare un ramo da Lases a Pergine, di fatto saremmo collegati con la Valsugana e in definitiva con Venezia».
Rispetto alle prime ipotesi, con discesa nel fondo della valle e risalita sull’altra sponda, il progetto di massima presentato lunedì contiene pendenze sotto l’8% e quindi si configura una pista ciclabile pienamente in regola con i dettami tecnici della Provincia autonoma di Trento. Non è un dettaglio da poco, visto che così si pensa di dare alla Provincia la futura manutenzione (mentre i Comuni si faranno carico dei loro espropri). Dettaglio non da poco, visto che di certo i municipi non potrebbero permettersela. Siamo sicuri che la Provincia sia d’accordo? Santuari ha spiegato che nelle scorse settimane si è tenuta una lunga e articolata conferenza dei servizi, e che ogni dettaglio tecnico e finanziario è stato approvato in sede trentina.
Punto forte di questo via libera, Santuari ha poi spiegato la questione economica: l’intero progetto ammonta a oltre 20 milioni di euro ad essere ottimisti. Ma 11 milioni e mezzo sono già in cassa, grazie al progetto Avisio della diga. La Provincia li ha già messi a bilancio, la Comunità di Cembra li può già avere a tranches quando avrà pronti gli appalti.
Gli appalti, quindi, saranno divisi a pezzetti «in modo da non dover fare una gara di appalto europea» ha spiegato il presidente. Santuari chiama questi pezzetti «unità funzionali», cioè verranno messi in gara i pezzi da paese a paese. In questo modo, ha spiegato il presidente, «possiamo dare lavoro alle ditte locali ed evitare appalti mostruosamente grandi ed impegnativi».
La priorità dei lavori e degli appalti e per ora sulla sponda destra orografica, poiché c’è un accordo con la comunità di Fiemme per completare il collegamento fra Grumes e la Valle di Fiemme. Poi via via, si andrà avanti con i lavori, dove sarà possibile avviare l’appalto.
La pista ciclabile sarà piuttosto diversa sui due versanti della Valle. In destra orografica, sarà in gran parte asfaltata, e su passerelle metalliche anche a sbalzo. Sul versante della sinistra orografica, quindi di Segonzano, la pista sarà invece prevalentemente su sterrato e userà dove possibile strade forestali già esistenti.
Molti sono i problemi tecnici ancora da affrontare. Questo progetto preliminare dovrà dire, ad esempio, quanti e quali saranno i punti e le passerelle da realizzare. Dalle diapositive mostrate in aula dai progettisti, i 90 km totali vedranno numerose soluzioni tecniche definite leggere. Ma si tratta pur sempre di carreggiate a sbalzo, ponti per attraversare i numerosi torrenti affluenti, e in più le novità come i bicigrill, i punti panoramici con tettoia e panchina e i cosiddetti «ciclo bivacchi» che si vogliono realizzare in valle.


Ma a Giovo non la vogliono.

Passerelle, ponti strallati, sottopassi, corsie a sbalzo e tunnel: la sfida tecnologica di questo progetto è interessante e così le soluzioni scelte per la pista ciclabile. Ma in realtà la maggior difficoltà per realizzare il progetto è la ostilità (neanche dissimulata) della comunità di Giovo.
Nei primi incontri realizzati in zona, i contadini si sono messi decisamente di traverso e il sogno di Santuari, di passare nella «patria del ciclismo trentino», per poi scendere a Lavis attraverso i masi di Pressano e la Clinga, appare al momento un macigno difficilmente evitabile.
I contadini della zona, infatti, non solo temono gli espropri di vigne. Ma soprattutto i divieti e le regolamentazioni di orari dei trattamenti anticrittogamici, che vicino alle piste ciclabili creano non pochi disagi a chi è abituato a far andare l’atomizzatore a tutte le ore. E se da lì passano i ciclisti, non lo si potrà più fare.
Il presidente della Comunità Simone Santuari (che ha lanciato anche l’ipotesi di fare a Giovo un piccolo museo del ciclismo epico cembrano) ha ricordato nella seduta di lunedì che il 14 novembre prossimo a Giovo si terrà il convegno sulle varietà resistenti delle viti. «È chiaro - ha detto - che il contadino quando gli sci entra nel campo, si spaventa. Chiunque è spaventato delle novità. Ma iniziare a discutere di piantare fasce di viti che non necessitano trattamenti di fitofarmaci lungo le ciclabili, non è un delitto. I nostri vicini altoatesini lo hanno fatto da tempo. Io credo che con il dialogo si possa trovare una soluzione. Anche perché - ha chiosato - non far passare la pista ciclabile cembrana dai paesi di Moser e Simoni, mi farebbe venire un magone».

 

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