Mezzocorona e Roverè, mille firme per il medico e i sindaci rilanciano

Avanti tutta. Almeno fino alla fine di febbraio. Alla scadenza della chiusura della raccolta firme si erano già raggiute 961 adesioni. «Ma abbiamo deciso di andare avanti – spiegano i sindaci di Mezzocorona Mattia Hauser e di Roveré della Luna Luca Ferrari – fino a fine febbraio. Non solo: scriveremo una nota a tutti i nostri cittadini perché è importante far capire che il problema di avere il quarto medico riguarda l’intero territorio e non solo i pazienti del dottor Giuseppe Depaoli recentemente andato in pensione».
La vicenda è ormai nota e ha visto diversi passaggi. Il primo è stato quello che ha accomunato le due amministrazioni rotaliane (analogo problema si è peraltro registrato anche a Brentonico): l’arrivo della pensione per uno dei professionisti impegnati sul territorio e l’impossibilità di nominare un nuovo medico. Dopo una serie di appelli, sono state organizzate raccolte firme e ci sono stati alcuni colloqui con l’Azienda sanitaria e con l’assessore provinciale di merito, Luca Zeni. In quelle sedi si è registrata apertura e condivisione della preoccupazione, ma purtroppo nessun esito pratico. La questione della non sostituzione dei medici pensionati, infatti, si è creata a causa della norma contrattuale che prevede la saturazione del tetto di pazienti assistiti da parte dei dottori rimasti in servizio, prima di poter procedere a un ulteriore accreditamento; una posizione, questa, sostenuta con forza dalla Cisl medici.
Uno spiraglio di speranza si era aperto alla fine del 2017 quando, grazie a un emendamento alla legge finanziaria Provincia proposto dalla Lega Nord con il quale sono stati riservati nel bilancio 500 mila euro l’anno per 4 anni (fino al 2022), proprio per fronteggiare situazioni analoghe a quella verificatasi in Piana Rotaliana. Come? Incentivando strumenti di flessibilità contrattuale delle prestazioni dei medici di base con l’obiettivo di derogare alla norma contrattuale che prevede la saturazione del tetto di mutuati dei medici rimasti, prima di far scattare l’accreditamento di un altro medico.
In ogni caso, per ora, a quella iniziativa non è seguita una comunicazione ufficiale e, già allora, le due amministrazioni rotaliane avevano affermato di voler continuare la mobilitazione fino alla data prefissata, ovvero venerdì 19 gennaio.
Eccoci dunque a oggi, con la conta delle firme arrivata a 961 unità e il rilancio dell’iniziativa, che sarà ancora più forte perché i due comuni stanno predisponendo una comunicazione da inviare a ogni famiglia dei rispettivi territori. La «chiamata alla firma», finora affidata agli annunci davanti ai municipi e agli appelli a mezzo stampa, diventerà dunque ancora più forte e capillare. «Il problema riguarda tutti» spiegano i due sindaci, che proseguono: «Va trovata una soluzione immediata per questo caso, ma va pensata anche una soluzione strutturale, perché al prossimo pensionamento potremmo essere daccapo».

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