Il teatro di Vezzano rimane chiuso perché la procura ha ordinato la messa a norma

C’è un’indagine della procura della Repubblica ed un’ingiunzione a mettere a norma la struttura dietro la decisione a molti parsa inspiegabile presa dalla Comunità di Valle della Valle dei Laghi di sospendere sine die le attività nel teatro di Vezzano.

A spiegarlo è il presidente della Comunità di Valle, Attilio Comai, il primo ad essere rammaricato da questa situazione. «Prima di rivestire l’attuale incarico, sono stato per cinque anni assessore alla cultura del Comune di Vezzano - afferma -. Siamo stati l’amministrazione comunale che più di ogni altra in valle dei Laghi ha utilizzato il teatro: vi lascio immaginare lo spirito con cui ho dovuto prendere questa decisione».

La politica e la gestione delle risorse pubbliche quindi c’entra poco o niente...

«Non c’entra per nulla. Abbiamo dovuto agire per ordine della magistratura».

Giusto per fare chiarezza, vuole spiegare bene cosa è accaduto?

«Nel dicembre 2016 una signora si è infortunata cadendo per il cedimento di un corrimano del teatro. Sull’incidente la procura ha aperto un’inchiesta che ha coinvolto gli ispettori del lavoro. Il primo risultato che ha portato il soprallugo degli ispettori, è stata un’ingiunzione alla Comunità di Valle di messa a norma dei corrimano in questione con termine che scadrà il 30 novembre prossimo».

E’ dunque questo il motivo primario per cui il teatro per ora non riaprirà...

«Sì, dopodiché vedremo quale sanzione mi verrà comminata, essendo il responsabile della struttura in qualità di presidente della Comunità di Valle».

Quindi per iniziare a sistemare la vertenza legale in corso, come prima cosa dovrete mettere a norma tutti i corrimano del teatro. Un intervento che tuttavia non sembra titanico.

«Certo, tanto è vero che, anche dal punto di vista economico con una spesa di 30-40 mila euro probabilmente riusciremo a sistemare tutti i corrimano interni ed esterni del teatro entro il termine in deroga datoci dalla Procura. Tuttavia, essendo rimasti scottati una volta, abbiamo deciso di riprendere in mano totalmente il teatro, adeguandolo a tutte le normative vigenti».

Come vi siete mossi?

«Abbiamo dato incarico all’ingegner Giovanni Periotto di fare una ricognizione dettagliata della struttura, evidenziandone le criticità rispetto alle normative attuali. Un esame che sarà effettuato anche da “Progetto salute”, che è il soggetto responsabile della sicurezza in seno alla Comunità di Valle».

Corrimano a parte, si può già anticipare cosa sta emergendo da queste analisi?

«Fra gli interventi che si dovranno mettere in cantiere c’è la revisione dell’attrezzatura di sollevamento e della linea vita e opere di sistemazione della copertura e del retro della struttura, dove si sono evidenziate infiltrazioni d’acqua».

Avete già un’ordine di grandezza delle spese che si dovranno affrontare?

«Siamo alle stime di massima, non abbiamo ancora un quadro di dettaglio. Diciamo che potremmo essere fra i 200 mila e i 300 mila euro». 

Il teatro è stato inaugurato nel 2009. Nelle lacune che sta evidenziando è possibile riscontrare manchevolezze delle ditte che vi hanno lavorato?

«Stiamo valutando anche questo, può darsi. Se così fosse ci si potrebbe rivalere. Più realisticamente, però, temo che le risorse per riaprire il teatro dovremo cercarle altrove, visto che il certificato di collaudo e il certificato di agibilità rilasciati nel 2009, davano il teatro a norma».

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