La Festa dell'Uva compie i suoi primi sessant'anni

Era la fine del mese di agosto del 1958 quando la Pro Loco di Giovo (era sorta da due anni) diede l’annuncio ufficiale di una nuova festa interamente dedicata all’uva che si sarebbe festeggiata due settimane dopo, verso la metà di settembre. Era la «Festa dell’Uva», un evento che con il trascorrere degli anni ha saputo mantenersi, rinnovarsi e tramandarsi da generazione a generazione, senza interruzioni, fino a diventare quello che è oggi uno degli eventi più longevi del Trentino.
In occasione dei 60 anni di vita, quest’anno la Festa dell’Uva (in programma fra circa un mese, dal 22 al 24 settembre) farà un debutto anticipato questa domenica sera, 27 agosto, con il convegno «Raccontami, Uva… 60 anni di ricordi» che si terrà dalle ore 20.30 a Verla di Giovo nel Piazzale dell’ Ex Scuola Materna.
Proprio come quando la «vecchia» Pro Loco, allora presieduta dal «maestro» Tomaso Pellegrini, preannunciò l’evento. Presentatore e moderatore della serata storica sarà il giornalista Fabio Lucchi, che per più di quindici anni ha presentato la celebre sfilata dei carri allegorici e le (spesso contese) premiazioni dei gruppi allestitori.
La Festa dell’Uva fu creata dalla Pro Loco di Giovo, associazione nata nel 1956 e presieduta dall’ingegner Tommaso Marchi, con lo scopo di valorizzare dal punto di vista turistico il territorio del comune. I primi interventi riguardarono la sistemazione di piante, la realizzazione di panchine, la pulizia delle strade e la tinteggiatura delle case. In seguito arrivò l’idea della Festa con un nobile e specifico intento: valorizzare e promuovere l’uva schiava, allora venduta come uva da tavola. 
Erano gli Anni Cinquanta e in valle ancora non si parlava di altre qualità vitivinicole; fu con il passare degli anni che l’evento si impose come prestigiosa vetrina dei vini della valle di Cembra, mescolando nel contempo sempre di più cultura, arte, territorio, sport ed enogastronomia.
L’economia e la società in questi sessanta anni sono inevitabilmente cambiate ma una cosa è rimasta identica e accomuna tutte le sessanta edizioni: i carri allegorici. Essi rappresentano, non per nulla, il filo rosso, l’essenza, il fulcro ed il senso della festa, un voler celebrare l’uva e il vino attraverso le più variegate forme artistiche. Una dedica speciale che si rinnova di anno in anno, ricordando la storia ma anche le prospettive future di un territorio che -citando un motto di qualche edizione passata - ha saputo trasformare l’uva «da schiava a regina», alludendo proprio al cambiamento economico e qualitativo della viticoltura cembrana.
Domenica sera verranno ricordati anche i vari presidenti che si sono susseguiti nel corso degli anni a capo della Pro Loco: Tomaso Pellegrini, Giovanni Todaro, Gianfranco Rossi, Giuliano Telch, Simone dall’Agnol. Sul finire degli anni Settanta la Pro Loco si sciolse per lasciare spazio alle aziende turistiche locali; nacque così un comitato volto all’organizzazione della festa che negli anni fu presieduto da: Lino Ferretti, Diego Erler e Paolo Frismon. Ad oggi la Festa dell’Uva è organizzata dalla Pro Loco di Giovo, rifondata nel 2015, da parte dell’ex-comitato organizzatore con a capo Cesare Pellegrini.
A conclusione della serata, domenica al termine dei vari interventi rievocativi, ci sarà il taglio della grande torta per ricordare così un altrettanto grande compleanno, nel piazzale della ex scuola materna di Verla; sarà poi possibile visitare la mostra dedicata a frammenti di ricordi di questi 60 anni allestita nell’edificio comunale dell’ex asilo. Con tanti cimeli e belle fotografie d’epoca nelle quali riconoscersi o riconoscere i propri parenti.

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