Il destino dei tigli sulla statale sarà deciso da un referendum

Referendum: sì o no. Nulla a che vedere con l’agognato combinato disposto dell’Italicum e della riforma costituzionale. A Mezzolombardo si vola alto, precisamente sugli alberi, o meglio sui tigli che rischiano il taglio, per l’intervento del Comune per la messa in sicurezza dei marciapiedi della statale. Come ogni scelta si crea una divisione: da una parte il dovere del Comune di risolvere un problema serio, oggettivo, ovvero la sicurezza sui marciapiedi della strada e l’abbellimento della strada principale della borgata da anni in condizioni precarie; dall’altro il desiderio di molti cittadini di salvare piante che sono un tratto di storia della borgata e polmone vitale.
 
Di mezzo, un contributo provinciale di circa 500.000 euro, sudato da parte del Comune. Con il rischio che magari i soldi possano essere ritirati dalla Provincia se non si procede in tempi stretti. Si è costituito un comitato, sarebbero state raccolte circa 1.000 firme. Ieri è arrivata la decisione attesa da settimane: il ricorso al referendum. Non ci sarebbe stata - questa l’accusa rivolta al Comune - attenzione sui temi sollevati con il sindaco Christian Girardi che fino ad oggi non ha voluto entrare nello scontro. Domani è programmato, tuttavia, un consiglio d’urgenza ad hoc sul tema, con la presentazione del progetto. In quell’occasione si avrà un quadro completo. Ed è facile immaginare la presenza numerosa del pubblico, stando almeno alle firme raccolte fino ad oggi.
 
L’iter prevede in questa prima fase 76 firme per la presentazione della richiesta della consultazione. I promotori dovranno, poi, raccogliere 600 firme nuove. A quel punto, ci sarà la consultazione popolare, con un sì e un no. Proprio come per quella sulla costituzione. Dal comitato hanno fatto sapere che nei giorni scorsi ci sono stati diversi incontri con l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi, il quale avrebbe garantito che il contributo non verrà tolto, in caso di modifica del progetto e/o di ritardo nella partenza dei lavori.
I promotori si rifanno ad un progetto della fondazione Mach che ricalibra l’intervento di taglio, senza l’abbattimento di tutte le piante.
 
Il Comune, invece, vorrebbe prima sistemare la strada ed i marciapiedi - l’assicurazione comunale ha fatto sapere che non verranno più coperti gli infortuni data la frequenza degli stessi - per dopo piantare nuovamente una trentina di nuovi alberi. Le polemiche non mancano. Per esempio, nella maggioranza fanno notare alcuni che nel programma del Pd, oggi schierato per il no al taglio, c’era il chiaro riferimento ad un intervento analogo.  Quindi la posizione di diniego al taglio di oggi sarebbe strumentale. Il comitato dal canto suo respinge ogni etichetta politica ma è altrettanto evidente che una parte dell’opposizione (non tutta) ha sposato la causa. E su Facebook da settimane si discute, soprattutto sul gruppo Se sei di Mezzolombardo.

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