Lavis, ecco i primi cambiamenti appena i binari saranno interrati

Un tracciato ciclopedonale che unirà l’attuale stazione della Trento-Malé a quella che verrà realizzata interrata nella campagna vicina al cimitero, sarà il primo tangibile segno per Lavis, della «primavera» viabilistico-urbanistica che potrà sbocciare una volta ultimati i lavori di interramento della ferrovia Trento-Malé. Lavori il cui avvio ormai - salvo sorprese dell’ultima ora - è fissato per marzo e la cui durata sarà di circa due anni.

Una passeggiata per pedoni e biciclette, quindi, a ricucire le parti est ed ovest di Lavis, usando come tessuto connettivo proprio il sedime dell’attuale tracciato della Trento-Malé, che potrebbe proseguire anche da lì in poi fino alla stazione dei treni (il sottopasso alla rotatoria Sevignani c’è già) e quindi a Zambana.

A parlarne, usandolo come spunto per iniziare a mettere sul tappeto alcune delle idee che stanno prendendo forma come addentellati dell’interramento, è Andrea Fabbro, consigliere comunale del Pd, a cui il sindaco Andrea Brugnara ha affidato la delega sulle partite viabilistiche del Comune, sfruttandone competenze professionali specifiche, essendo geometra del Servizio strade della Provincia.

«L’idea di fondo alla base dei ragionamenti che stiamo facendo - argomenta Fabbro in premessa - è quella di far diventare l’interramento della Trento-Malé la grande occasione per Lavis di pensare ad un futuro senza più una barriera inamovibile, quale la ferrovia». Occasione che però, per essere valorizzata appieno, va sfruttata depotenziando un altro «ostacolo» che sopravviverà ai binari, ossia la statale 12 del Brennero. «La vera sfida sarà proprio quella di riuscire, attraverso interventi mirati, a rendere sempre più urbana e sempre meno di scorrimento questa strada» conferma il consigliere. Dare la svolta decisiva in tal senso, sarà compito precipuo della politica, con le amministrazioni di Lavis e Trento chiamate a far fronte comune rispetto al tipo di traffico che sarà ammesso sulla SS12: «E’ chiaro che se i due comuni si troveranno d’accordo sul vietare - se non per carico e scarico merce - il transito dei veicoli pesanti lungo questa direttrice, per Lavis il recupero di via Nazionale ad un utilizzo più a misura d’uomo sarà molto più agevole». Anche se così non fosse, tuttavia, Fabbro qualche idea realizzabile a prescindere, ce l’ha: «L’obiettivo è quello di creare dei corridoi che possano agevolare il passaggio da est ad ovest del paese e viceversa. Sia dei veicoli, ma anche di pedoni e biciclette. Ciò - illustra il consigliere/tecnico - avverrà con la rotatoria che sarà realizzata all’incrocio tra via Nazionale, via Degasperi e via Paganella e con quella all’incrocio cimitero - supermercato Poli, che darà accesso al parcheggio di circa 100 posti a servizio della stazione interrata. A rimarcare la nuova vocazione urbana di via Nazionale io vedrei bene, inoltre, considerato che le misure lo consentono, un attraversamento pedonale con isola al centro della carreggiata, all’altezza di via Mulini».

Sempre sull’asse di via Nazionale, Fabbro ha fatto presente al sindaco l’opportunità di sfruttare un altro cantiere che partirà a breve (quello per lo sdoppiamento di acque bianche e nere dall’incrocio del cimitero fino alla curva Sevignani), per cercare di mettere in preventivo un altro intervento: «L’occasione dello scavo sarebbe propizia per realizzare a ruota il marciapiede - sottolinea -. Sulla carta sarebbe davvero un bel colpo, anche se è evidente che si dovranno fare i conti con le risorse disponibili». C’è poi la questione di via Lungo Avisio: lì i residenti vorrebbero mantenere lo sbocco sulla SS12 garantita dal passaggio a livello, che tuttavia Trentino Trasporti e la Provincia per ragioni di sicurezza vogliono sbarrare in via definitiva. «Una soluzione di compromesso - conclude Fabbro -  sarebbe quella di realizzare una breve strada di collegamento con via del Carmine e via Paganella, tra l’altro già prevista sul Prg».

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