Happy Ranch, i vandali rovinano la festa di chiusura

Chiuso con danni: per l’Happy Ranch è stata una serata rovinata dai vandali, quella di commiato organizzata sabato 19 dicembre dopo 19 anni di attività.

di Giorgia Cardini

Chiuso con danni: per l’Happy Ranch di Cembra è stata una serata rovinata, quella di commiato organizzata sabato 19 dicembre a cui hanno preso parte tantissimi giovani e meno giovani. Qualcuno ha infatti deciso di esercitare la propria idiozia rovinando parte della proprietà del campione di curling Joel Retornaz.

«Dopo aver divelto le porte dei bagni interni, tolto un quadro, una targa e un poster forse per portarsi via un ricordo o forse solo per fare un dispetto - commenta Retornaz - gli stessi soggetti hanno sradicato alcune staccionate esterne in legno, ma quel che è peggio hanno buttato a terra, distruggendolo, il grande totem scolpito da mio zio Piergiorgio Violin, la statua che accoglieva i clienti».

Un affronto che Retornaz commenta con amarezza, spiegando che per ora non è stata sporta denuncia: «Ma sappiamo bene chi è stato e non finisce qui. Certo che si poteva chiudere in bellezza, dato che il locale è sempre stato gestito per far divertire la gente. Ma  questo affronto ci ha fatto capire che forse questa gente non avrebbe meritato la nostra passione».

A parte quanto accaduto nella proprietà dell’Happy Ranch, la zona del Lago Santo non è nuova a raid vandalici: anche tra il 5 e 6 dicembre, spiega infatti la sindaca Antonietta Nardin, alcuni ragazzi avevano spaccato a metà diversi segnali della rete sentieristica e divelto alcuni pali di staccionate nuove di zecca, usandoli poi come leve per rovesciare bidoni delle immondizie e capovolgere campane.

Sentendo un bel po’ di baccano, quella notte verso le 4 il gestore del rifugio Alpino aveva allertato i carabinieri, che giunti in zona avevano fermato alcune auto per controlli ma senza riuscire a cogliere qualcuno sul fatto. La sindaca, al Lago Santo la mattina dopo per l’assemblea della sezione Ana, aveva sporto denuncia contro ignoti, ma l’oscurità nella zona ha impedito l’identificazione dei responsabili, che parlavano in italiano.

Ora, a due settimane di distanza, altri atti vandalici ai danni della proprietà privata dell’Happy Ranch: «Non sono stupita, purtroppo, dalla stupidità di chi commette questi gesti. Ma quella zona è difficile da sorvegliare, perché in montagna e al buio. A parte questo, mi dispiace che venga a mancare una struttura come quella dell’Happy Ranch dove i giovani della valle potevano andare a divertirsi in sicurezza», commenta Nardin.

Una chiusura su cui Retornaz non lesina spiegazioni: «Ha motivazioni economiche. È vero che il sabato eravamo sempre pieni, ma gli incassi non erano più sufficienti a coprire i costi di gestione di una struttura di questo tipo, il cui staff (tra dipendenti e lavoratori a voucher) era di 15 persone»

A un passo dal festeggiare i vent’anni di attività (l’Happy Ranch aveva aperto i battenti nel 1996), dunque, la cessazione e un futuro per ora oscuro: «Ci pigliamo il tempo necessario a fare delle considerazioni, non abbiamo cercato per ora una gestione che subentri alla nostra», conclude Joen Retornaz.

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