Raccolta degli abiti usati, la polizia locale indaga

di Luisa Pizzini

La polizia locale di Lavis, che fa capo al corpo della Rotaliana, ha avviato una serie di accertamenti su quei cassonetti bianchi per la raccolta degli abiti usati che da qualche tempo sono stati posizionati anche in questa zona del Trentino. Più precisamente a Lavis ce n’è uno sul piazzale antistante l’ex Vantini, la ditta specializzata in lavori in muratura che si è trasferita altrove. Il bidone si trova davanti alla vecchia sede dell’azienda, lungo la strada statale a pochi passi dall’area delle Masere. Si tratta di un grande contenitore che, anche se nella forma ricorda quelli che vengono posizionati da Asia per la raccolta di scarpe ed indumenti usati, non ha nulla a che fare con questo servizio autorizzato dall’amministrazione comunale. Anzi, rappresenta una sorta di «concorrenza» sulla quale gli agenti della polizia locale stanno indagando per capire meglio dove e a chi sono destinati gli oggetti che vengono gettati in questi bidoni.

Le indicazioni che riportano sono davvero generiche: «Abiti e scarpe» è scritto su un fianco del contenitore bianco. Sotto all’apertura che consente di gettare scarpe, abiti e borse è invece precisato che «non si ritirano coperte, tappeti, cuscini». Più sotto è spiegato semplicemente che «I capi in buono stato saranno recuperati come indumenti, quelli non più utilizzabili verranno riciclati. Nulla verrà sprecato». Nessun indicazione e nessun numero di riferimento, invece, che faccia capire chi viene a ritirare questo materiale e che utilizzo ne faccia.
Sul sito internet di Asia, l’azienda che gestisce la raccolta differenziata per conto del Comune di Lavis, un avviso mostra la fotografia dei bidoni arancio autorizzati per la raccolta degli indumenti usati e la ditta precisa in questo modo che il servizio che offre è localizzato soltanto nelle aree pubbliche. «Il servizio di raccolta degli abiti usati - spiega - così come altri servizi svolti da Asia presso il centro di raccolta zonale di Lavis, i centri raccolta comunali ed altre dislocazioni autorizzate su suolo pubblico nei comuni consorziati, consente ad Asia di avere un introito derivante dalla vendita dei materiali raccolti. Tale introito può consentire ad Asia di effettuare ulteriori investimenti a favore della raccolta differenziata e di contenere il costo del servizio a favore dei cittadini e delle attività. Riteniamo quindi importante segnalare a tutte le utenze, vista la comparsa di cassonetti in molte zone di servizio di Asia dislocati preferibilmente in aree private, l’importanza di conferire gli abiti usati nei cassonetti  di Asia rappresentati dal cassonetto in foto».

Ora si sono mossi anche i vigili urbani, che hanno avviato una serie di accertamenti per capire chi posiziona questi cassonetti e quale la filiera seguono poi gli oggetti che vengono recuperati in questo modo. A Lavis, come in altre zone del Trentino per altro, il contenitore è stato posizionato su un’area privata seppur ormai dismessa. Da parte dei proprietari però fino a ieri non era arrivata alcuna segnalazione o denuncia. Come detto i bidoni in questione non sono «comparsi» soltanto a Lavis. Ce ne sono anche nel capoluogo e in altre zone del Triveneto. Sono bianchi o azzurri in genere, ma in alcuni casi sarebbero stati «camuffati» ossai colorati d’arancione probabilmente per farli assomigliare ancora di più a quelli autorizzati dall’amminitrazione comunale per la raccolta degli indumenti usati. Accanto a quello bianco posizionato lungo la Statale a Lavis che invita a riciclare gli abiti con la scritta «nulla verrà sprecato» si è creata ormai una piccola discarica a cielo aperto. Un vero controsenso.

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