Ambiente / Il caso

Polemiche dopo la carovana delle Ferrari in val di Genova, gli ecologisti denunciano i continui “attacchi” alla natura

Dopo l'esclusivo raduno, le nuove proteste di Mountain Wilderness, Legambiente, Wwf, Lipu, Italia nostra e Pan- Eeppa: «Non è più sufficiente aver distrutto i fondovalle, con severi problemi di viabilità e inquinamento... La valle avrebbe il diritto di chiudersi in un doveroso silenzio, quantomeno fino alla prossima stagione estiva»

di Giuliano Beltrami

VAL GENOVA. Uccia uccia, sento odor di polemicuccia. Arrivano le Ferrari in Val Genova, e i protezionisti insorgono. Non erano insorti qualche mese fa in occasione del festoso raduno delle Honda, che però erano rimaste nel fondovalle.

Nei giorni scorsi in Val Genova (simbolo del Parco Adamello Brenta, dove il traffico è limitato e regolamentato per tutta l’estate) è arrivata una carovana di Ferrari per un esclusivo raduno e nei pressi di Malga Genova è stata montata una struttura per accogliere i “piloti” e il seguito. Un’iniziativa contestata dalle associazioni protezionistiche che denunciano i continui “attacchi” all’ambiente.

«Ormai - scrivono Mountain Wilderness, Legambiente, Wwf, Lipu, Italia nostra e Pan- Eeppa, uniti nella lotta - succede anche questo: sfilano nelle strette strade di montagna e nei Parchi naturali le nostre bellissime 'Rosse italiane d'epoca', nella cornice pittoresca della Val di Genova, con l'intento forse di essere confuse o addirittura messe in simbiosi con la 'natura protetta'. Non è più sufficiente - arringano - aver distrutto i fondovalle, con severi problemi di viabilità ed inquinamento con i quali siamo costretti per nostra scelta a convivere quotidianamente. Bisogna andare ancora più in là. Ci viene risposto che le brillanti autovetture non escono dalla sede stradale e che tutto viene fatto nel massimo rispetto dell'ambiente; queste auto non sfrecciano nei prati e nelle strade forestali».

A disturbare gli ambientalisti è stato l'arrivo in Val Genova, dove il traffico è regolamentato e limitato in tutto il periodo estivo; e nella stagione autunnale la strada rimane chiusa per buona parte. La valle avrebbe il diritto di chiudersi in un doveroso silenzio, quantomeno fino alla prossima stagione estiva. Da quanto abbiamo visto invece si è proceduto con la posa di strutture, pur mobili, per accogliere e festeggiare i 'piloti e la loro corte' nei pressi di Malga Genova».

E non c'è solo ambientalismo. Le associazioni protezioniste, infatti, parlano di «strutture trasudanti uno sfarzo da Grand Hotel, cosa certamente contrastante con il periodo che stiamo vivendo, fra emergenze ambientali e situazioni sociali molto difficili, dalle quali non è certo esente nemmeno la nostra provincia».

E le Amministrazioni pubbliche? «Vedono in questa passerella, proposta da un club privato, bontà loro, un ritorno economico e di immagine, anche se non si sa bene per chi».

Secondo i protezionisti «gli stessi amministratori non hanno ancora ben presente quale dovrebbe essere la equanime funzione di un Parco naturale: sono effettivamente un po' recalcitranti ai tanti appelli che le associazioni ambientali, assieme a molti cittadini stanno lanciando da tempo. Potremmo chiedere ad un Parco provinciale di opporsi con più coraggio quando è sottoposto ad un parere e/o alla richiesta di permesso per simili iniziative, cosa peraltro fatta in altre occasioni». Il presidente del Parco Walter Ferrazza è serafico: «E' arrivata la richiesta per il montaggio di un capannone (foto); era conforme al Piano del Parco, perciò abbiamo autorizzato. Vicenda aperta e chiusa rapidamente. Capannone provvisorio, autorizzabile: montato e smontato velocemente. Questione chiusa senza conseguenze sul piano ambientale».

Chiusa proprio? E le Ferrari in Val Genova? «Un momento. La strada di Val Genova, finché la gestisce il Parco, ha delle regole precise relative alla mobilità. Questo è nel periodo estivo. Quando il Parco non c'è - conclude Ferrazza - è una strada normale». Non è difficile immaginare che i protezionisti non siano d'accordo.

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