Salute / Il caso

Ospedale di Tione: ennesimo incontro con Segnana, ma non cambia niente e i medici non vogliono venirci

L’assessora in visita, accompagnata dai vertici dell’Azienda sanitaria: rimangono tanti nodi irrisolti. Per gli amministratori «si naviga a vista», la giunta rimanda tutto alla riforma della sanità

di Giuliano Beltrami

TIONE.  "Déjàvu", ossia "già visto". Si possono usare altri termini quando si parla dell'ospedale di Tione? No, perché il quadro ha sempre gli stessi colori. La settimana scorsa i sindaci hanno avuto il piacere di incontrare l'assessora provinciale alla salute Stefania Segnana, scortata dallo stato maggiore della sanità trentina: Antonio Ferro (direttore facente funzione), Luca Fabbri (direttore medico di Arco e Tione) e Giancarlo Ruscitti, direttore del Dipartimento salute e molto altro.

Punto di partenza: l'incontro, poco prima di Ferragosto, chiesto a gran voce dai primi cittadini con i tre assessori provinciali delle Giudicarie, Tonina, Gottardi e Failoni. Erano stati toccati allora i tre temi caldi: riforma istituzionale e ruolo delle Comunità di Valle, stazione appaltante locale (richiesta di creare un'agenzia decentrata per gli appalti), e ospedale.

Quest'ultimo è il vero nervo scoperto, e lo hanno ribadito i sindaci, per bocca principalmente di Giorgio Butterini (Borgo Chiese, nonché commissario della Comunità), Michele Cereghini (Pinzolo) e Marcello Mosca (Caderzone Terme).

Perché "già visto"? Perché l'ospedale dei giudicariesi si porta dietro gravi criticità che (va sottolineato) non dipendono da oggi né da ieri, ma senza dubbio neanche dall'altro ieri. E' un tema talmente datato che ha guadagnato il titolo di problema più dibattuto negli ultimi quattro lustri dalla Conferenza dei sindaci. Dibattuto per niente, verrebbe da dire, considerando che si continua a dibattere senza arrivare a conclusioni.

Le criticità sono quelle di sempre: mancanza di anestesisti, assenza di un ginecologo nel "percorso nascita", incertezze nella gestione di ortopedia, carenze strutturali. Ma soprattutto mancanza di una visione su cosa debba essere questo ospedale.

Per capirci, l'1 luglio è andato in pensione Egidio Dipede (direttore di medicina) che verrà sostituito solo a partire da gennaio con Matteo Riccadonna. E' arrivato Carlo Valduga, primario di chirurgia, e sono iniziati pure i lavori di ristrutturazione di ortopedia, dopo oltre quattro anni di attesa. L'impressione dei sindaci è che si navighi a vista.

Bisogna dire che la situazione di oggi non è delle peggiori, ma cosa accadrà in futuro? «Il problema che avvertiamo si chiama mancanza di programmazione. Se si aspetta che un medico vada in pensione prima di organizzare il concorso per sostituirlo, rimarremo sempre indietro», temono i sindaci.

Risposta della Provincia? «Non siamo fermi. C'è in ballo la riforma della sanità, che prevede l'introduzione di distretti». Bene i distretti, ma a proposito di mancanza di visione, si fa notare che mentre la direzione medica è a scavalco fra Tione ed Arco, i primariati di ortopedia e radiologia sono a scavalco fra Tione e Cles. E' razionale?

I dirigenti della sanità trentina intonano il solito ritornello: «I concorsi li facciamo, ma non si trovano professionisti disponibili a venire a Tione». Per questo è partita la richiesta ai sindaci della disponibilità di alloggi per incentivare la permanenza dei medici.

Fine dell'incontro e tutti a casa. Fino alla prossima puntata.

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