I medici condotti non ci sono Richiamato dottore in pensione

di Denise Rocca

Il 2020 nelle Giudicarie Esteriori è iniziato con due medici condotti in meno e nessun sostituto, tanto che in attesa che si concludano le procedure di concorso uno dei due neo pensionati è stato richiamato in servizio.

Il dottor Ruggero Giannetti si era ritirato in ottobre, dopo 35 anni di onorata carriera come medico condotto, ma il suo riposo è durato più o meno un mese, il tempo che si insediasse il sostituto trovato per i suoi pazienti e poi questo se ne andasse davanti all’offerta di un posto che meglio confaceva alle sue esigenze. Così, a Giannett,i è stato chiesto di ritornare in servizio per tamponare la situazione con i tanti pazienti che altrimenti sarebbero rimasti senza medico di riferimento.
La situazione dei medici di famiglia in zona è poi ulteriormente peggiorata con la fine dell’anno, quando anche il dottor Antonio Dainese è andato in pensione.

Fuori due medici di lungo corso in pochi mesi, e davanti a numeri di professionisti disponibili scarsi, nelle Esteriori si rischia l’emergenza. Per Dainese è stato assegnato un sostituto, ma per avere un medico titolare e fisso i cittadini al momento possono rivolgersi ai tre medici condotti che operano sul territorio - Giorgio Zappacosta, Djalveh Amir Hadi e Rahimi Mohammad Reza - che però da soli non possono seguire tutti i pazienti della vallata.

Ogni medico condotto può infatti avere un massimo di 1.500 pazienti mutuabili ai quali si possono aggiungere in deroga altri 75 pazienti che per ricongiungimento familiare si possono aggiungere. In tre medici attivi, al massimo possono coprire 4.500 pazienti più i ricongiungimenti, ma gli abitanti nella vallata sono 8.351.

Pur togliendo da questo numeri i bambini dai 0 ai 6 anni che, obbligatoriamente, devono essere affidati a un pediatra, ci sono circa 2.000 persone che in questo momento sono prive di medico di base fisso.

«Il problema - spiega Giorgio Zappacosta - è che mancano medici in Italia. Quando il collega Giannetti è andato in pensione, l’Azienda è riuscita a mandare un sostituto, che poi però ha fatto scelte diverse, e va ringraziato Giannetti per aver dato la disponibilità a rientrare e coprire il posto fino a fine gennaio. Il timore che ho non è tanto il tamponare la situazione attuale, che lo si sta facendo, ma capire se si riuscirà ad avere entrambi i medici titolari».

Le procedure di concorso per i due nuovi medici che servono alle Esteriori sono in corso, una graduatoria è stata stilata e si inizieranno a chiamare i medici, ma per ora l’unica certezza è quella di un sostituto che ha dato disponibilità a coprire i pazienti di Giannetti quando questo “tornerà” in pensione, a partire da febbraio. «È stata fatta una programmazione a livello statale sbagliata, sia sul numero di medici necessari, sia sul numero di ammessi alle specializzazioni, che oggi sono obbligatorie anche per chi fa il medico di medicina generale - spiega Zappacosta, guardando alla situazione generale -. I pochi studenti di medicina che abbiamo si laureano e finiscono per non poter fare nulla, né il medico perché senza specializzazione non possono, e nemmeno  accedere alle specializzazioni perché i numeri sono stati sottostimati. Ora è solo l’inizio, ma nel giro di un qualche anno andranno in pensione tantissimi medici, a fronte di ingressi di giovani molto bassi. Temo che fra 3/5 anni la situazione sarà di grave emergenza, questo dappertutto. Poi lo sappiamo, il Trentino e soprattutto le periferie sono poco attrattive e tante altre variabili non giocano a nostro favore».

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