Rete delle Riserve valle del Chiese tante iniziative pronte a partire

La Rete di Riserve Valle del Chiese compie un anno. Un anno di scelte, progettazione e, naturalmente, di primi risultati.
La parola «connessione» domina oggi la nostra quotidianità. Il lavoro, il mercato, le relazioni. Tutto funziona grazie alla possibilità di interagire e scambiarsi informazioni.
Per la natura vale lo stesso: isolamento e frammentazione rendono gli ecosistemi più vulnerabili. In Trentino le aree protette coprono quasi il 30% del territorio: numerose, diffuse e spesso di piccole dimensioni necessitano però di una gestione unitaria, in grado di assicurare loro un adeguato grado di connettività. Le Reti di Riserve, introdotte con la legge provinciale 11/2007, intendono perseguire questo scopo: gli enti locali, che volontariamente scelgono di adottare questo strumento di governo del territorio, si impegnano per la conservazione della biodiversità e lo sviluppo sostenibile delle zone di loro competenza, attraverso attività di tutela, valorizzazione, comunicazione e formazione. 
Nel giugno 2017, i Comuni di Bondone, Storo, Borgo Chiese, Castel Condino, Pieve di Bono-Prezzo e Valdaone, la Comunità delle Giudicarie e il Bim del Chiese firmavano con la Provincia di Trento l’Accordo di Programma che istituiva la Rete di Riserve Valle del Chiese. 
La porzione di territorio interessata si estende dalle sponde del Lago d’Idro, alle cime affacciate sulla Valdaone e ospita 11 aree protette, tra siti Natura 2000, Riserve Naturali Provinciali e Locali. Gran parte di esse sorge lungo il corso del Chiese, collegamento tra gli ambienti umidi in quota e quelli del fondovalle e «spina dorsale» dell’intera struttura. Nel suo operato, la Rete segue un approccio fondato su tre principi: partecipazione, tramite il coinvolgimento di cittadini e associazioni; sussidiarietà responsabile, attraverso la delega ai territori, e integrazione tra tutela della natura e sviluppo locale sostenibile. 
Nel 2018, la Rete di Riserve Valle del Chiese ha mosso i primi passi, raggiungendo già qualche traguardo. In maggio e giugno si è svolto il percorso partecipato dedicato alla raccolta di idee e spunti per le azioni di valorizzazione e sviluppo sostenibile. Le tre serate pubbliche hanno messo in evidenza le progettualità esistenti, sondato i bisogni del territorio e di individuato azioni condivise da inserire nel Piano di Gestione, il documento che programma le attività della Rete a lungo termine, attualmente in fase di elaborazione. Gli stessi progetti permetteranno poi di ottenere la certificazione CETS (Carta Europea del Turismo Sostenibile). Alcune delle iniziative prenderanno il via già nel 2019: la strutturazione di percorsi sul territorio, la valorizzazione delle malghe e dei prodotti locali, la comunicazione dei valori della Rete e, accanto a queste, la progettazione degli interventi di conservazione. Nel campo della formazione la Rete, in collaborazione con il Consorzio Turistico Valle del Chiese, ha supportato la strutturazione di un curriculum locale per l’anno scolastico 2018-2019. La proposta è indirizzata alle scuole materne, elementari e medie e intende promuovere la conoscenza del patrimonio naturalistico, storico e culturale della Valle del Chiese. Altra opportunità formativa riguarda il comparto zootecnico, gestori di malghe e alpeggi in particolare, che potranno approfondire, attraverso uno specifico corso, le tematiche legate alla gestione del pascolo, alla caseificazione e alla ricettività delle malghe. Da novembre, la Rete di Riserve Valle del Chiese è anche online. E’ possibile visitare il sito reteriservevalledelchiese.tn.it oppure scrivere a reteriservevalledelchiese@gmail.com.

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