La grande sfida di Roberto, chef con un cromosoma in più

di Giuliano Beltrami

Dal Chiese alla Sicilia per gareggiare in cucina. Sarà la nuova esperienza di Roberto Alicanti, nato con la sindrome di Down, che nei prossimi giorni parteciperà al concorso organizzato dalla sezione di Caltanissetta dell’Amira, l’Associazione italiana dei maitre di ristoranti e alberghi.
 
«Il concorso (prima edizione a livello nazionale) è denominato “Le diverse abilità nella ristorazione”», spiega Gianni Cassanelli, che della sezione trentino-altoatesina dell’Amira è responsabile, ma è pure docente di sala all’istituto alberghiero Enaip di Tione, frequentato da Roberto, il ragazzo con un cromosoma in più, mamma di Darzo e papà di Ponte Caffaro. 
 
«Roberto - spiega Cassanelli - ha già partecipato due volte al concorso di Riva “Shaker & flambé”, portando a casa premi nella sua categoria, una volta come miglior barman, una volta come miglior maitre. Perciò - sorride - si può dire che è un veterano. Per questo, quando è arrivata la comunicazione dai colleghi della Sicilia, mi sono detto: perché non iscriverlo? Prima ho parlato con i responsabili dell’Enaip di Tione e di Trento, trovando il consenso e la collaborazione. Subito dopo naturalmente ho parlato con Vincenza, la mamma di Roberto, e l’ho trovata entusiasta per l’idea».
 
Dunque, giovedì si parte. «Sì, partiamo giovedì; venerdì 11 maggio è in programma il concorso; appena finito ritorneremo. Sarà un tour de force, ma l’occasione è ghiotta e non potevamo perderla», risponde Cassanelli, il quale si intrattiene sul piatto che l’allievo dell’Enaip tionese presenterà: «Crespelle a mo’ di strudel flambato con la grappa. Abbiamo cercato di valorizzare i prodotti del territorio: lo strudel, anziché con la pasta sfoglia, verrà infagottato nelle crespelle, quindi verrà flambato con la grappa di nosiola. Il tutto verrà abbinato con un vino sardo».
 
E’ contento il docente dell’Enaip giudicariese, che sulla valorizzazione dei prodotti della valle del basso Trentino ha sempre basato le sue uscite in gare e concorsi. Ma è più contento Roberto, che si è sperimentato anche in un tirocinio nel bar della piscina di Condino con risultati lusinghieri. «Ci tengo a farlo crescere - confessa Cassanelli - perché può tirare fuori le sue potenzialità». Così dicendo, ricorda i nomi di altri alunni in difficoltà passati dall’istituto: «Nicola, Simone, ora Roberto. E’ bello vederli crescere, vederli entusiasti. Io mi ci sono affezionato».
A una settimana dalla notizia - che ha fatto il giro dei telegiornali - della studentessa Down che si è laureata con un 110 e lode all'Università Orientale di Napoli, chissà che alla ribalta nazionale non arrivi anche questo ragazzo, futuro chef.... magari «master».

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