Scontro in bici con un pedone Raimondo Turri non ce l'ha fatta

di Marica Viganò

Non ce l’ha fatta Raimondo Turri, il sessantratreenne di Pinzolo che, in sella alla sua bicicletta, lunedì pomeriggio si era scontrato con un pedone sulla provinciale del Lisano, a Ragoli, in val Rendena. L’uomo non era riuscito ad evitare l’impatto, finendo a terra e andando a sbattere violentemente la testa sull’asfalto. Sulla dinamica dello scontro sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri di Tione, con il coordinamento della procura di Trento. Trattandosi di un incidente stradale mortale è scontata l’apertura di un’inchiesta per omicidio colposo, con l’iscrizione nel registro degli indagati della donna che attraversava la strada. [[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"1646831","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","style":"float: right;","width":"180"}}]]

Turri era di Pinzolo e lavorava per la cassa rurale locale nella filiale della vicina Carisolo: per tutti i cittadini del paese lui, unico dipendente della piccola filiale, era «la banca»: la persona di riferimento che per un trentennio li ha aiutati nelle pratiche, consigliati e assistiti nelle operazioni bancarie, con loro ha scambiato battute e scherzi perché chi lo conosceva parla soprattutto della giovialità e della capacità di empatizzare che Raimondo Turri aveva, anche sul lavoro.

«Era amatissimo - spiega il sindaco di Carisolo Arturo Povinelli - non lo dico per circostanza ma a Carisolo gli vogliono tutti, davvero tutti, bene». Tanto che si ricorda un episodio che la dice lunga sul feeling di Turri con la popolazione di Carisolo: oltre una decina di anni fa, era il 2005, per esigenze di organizzazione interna era stato trasferito in un’altra filiale della rurale e la popolazione, alla notizia che il volto sorridente e tranquillo che avevano sempre conosciuto allo sportello non sarebbe più stato con loro, aveva avviato una raccolta firme per riaverlo indietro, tanto che pochi mesi dopo Turri era ritornato al suo posto a Carisolo.

È arrivato poi anche il tempo della pensione, lo scorso settembre: «In fondo - spiega Povinelli, questa volta parla da collega di lavoro - non era uno che anelava ad andare in pensione, gli piaceva moltissimo il suo lavoro e a Carisolo stava benissimo». Sono scossi e commossi gli ex colleghi della rurale di Pinzolo, lo avevano rivisto proprio venerdì scorso, per una cena: anche allora aveva tenuto alti gli spiriti della compagnia con una simpatia naturale ed elegante.
Lo sport era una delle sue passioni e lunedì, come spesso accadeva, aveva inforcato la bici per una pedalata, approfittando del tepore del pomeriggio. L’incidente era accaduto pochi minuti prima delle 14. Turri stava percorrendo la strada provinciale 34 del Lisano, che taglia in due l’abitato di Ragoli; procedeva da Stenico verso Tione e all’altezza di una curva «cieca» verso destra, vicino alla Famiglia Cooperativa, si era scontrato con una donna che stava attraversando la strada. L’impatto era stato violentissimo e sia il pedone che il ciclista erano finiti a terra, battendo entrambi la testa sull’asfalto. Se la donna, una quarantenne della val Rendena, non aveva mai perso conoscenza ed era stata accompagnata in ambulanza all’ospedale di Tione, per Turri era stato subito chiesto l’intervento del rianimatore, arrivato sul posto in elicottero. Il ciclista, incosciente, era stato trasferito al Santa Chiara di Trento: le sue condizioni, già critiche, sono peggiorate e nella tarda mattinata di ieri il suo cuore ha cessato di battere.

La procura di Trento ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, in modo da consentire all’indagato - la donna che attraversava la strada - di partecipare agli accertamenti ed alle perizie con il proprio consulente. Anche i pedoni, come evidenzia il Codice della Strada, hanno responsabilità in caso di incidenti stradali. Ad esempio, è obbligatorio attraversare la strada sulle strisce pedonali e, dove questi attraversamenti non esistono o distano più di cento metri, possono attraversare la strada solo in senso perpendicolare «con l’attenzione necessaria - recita l’articolo 190 del Codice - ad evitare situazioni di pericolo per sé o per altri». L’impatto fra la donna ed il ciclista sarebbe avvenuto nelle vicinanze delle strisce pedonali: sulla dinamica, dunque, sono necessarie ulteriori verifiche. Come disposto dalla procura, oggi all’ospedale Santa Chiara verrà effettuata l’autopsia sul corpo dello sfortunato ciclista.

Raimondo Turri lascia la moglie Manuela, due figli, Martina e Nicolò, e due nipotini.

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