Cimego, la centralina abusiva su terreno privato non c'è più

Così, con sollecitudine rara nella pubblica amministrazione, la centralina abusiva di Cimego (voluta dall’Amministrazione quando era Comune autonomo e portata avanti dal commissario straordinario nella fase di passaggio a Borgo Chiese) è stata demolita. Ci hanno lavorato, in settimana come promesso, le maestranze della ditta Felice Salvadori di Bagolino, che l’avevano costruita.
“E ora chi paga?”. La domanda, a gran voce, viene posta da Savino Fantini, 75 anni, che direttamente non c’entra, essendo zio di Gianmarco, il proprietario del terreno su cui è stato erroneamente realizzato l’impianto, ma si indigna perché vede gettare al vento denaro pubblico.
Naturalmente non è detto che si tratti di denaro pubblico, infatti è facile immaginare che (come ha avuto modo di dire al nostro giornale il sindaco di Borgo Chiese Claudio Pucci) “la questione non sia destinata a finire così”. Anche perché Fantini potrebbe non essere l’unico a scoprire che il proprio terreno è stato interessato dall’impianto o da sue pertinenze. Ma qui per ora siamo alla fase delle illazioni e dei “si dice” tutti da dimostrare.
Certo, di un clamoroso errore si è trattato, e andranno approfondite le responsabilità. Costruire una centralina idroelettrica sul terreno di un privato può dipendere da molti fattori: cartografia sbagliata, leggerezza progettuale, incomprensioni fra progettisti ed impresa e via di questo passo. Come si ricorderà, l’impianto è costato 176.000 euro. Quando il proprietario del terreno si è accorto dell’incidente, ha lanciato all’Amministrazione di Borgo Chiese (di cui Cimego è frazione) una proposta: “Il terreno vale 49.000 euro. Datemene 30.000, così ve lo vendo e la facciamo finita qui”.
Più facile a dirsi che a farsi: infatti non è che si possa prima costruire su terreno altrui e poi farselo vendere. Sarebbe una prassi capace di aprire possibilità a sanatorie o peggio ad intrighi, di cui, com’è noto, l’Italia è maestra. E allora?
La domanda di Savino Fantini riecheggia: “Chi paga? So che non c’entro direttamente, perché il terreno è stato lasciato dal papà a mio fratello, e quindi oggi al nipote. Ma qui è una questione di rispetto”. Ci sono le assicurazioni dei tecnici, ma chissà se sono disposte ad andare incontro ad errori simili. Sono questioni giuridiche che è meglio lasciare in mano a giureconsulti. Intanto la centrale è stata abbattuta in men che non si dica.

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