I mercatini di Rango Un aiuto per l'economia

Per una piccola azienda agricola dodici giornate essenziali

di Denise Rocca

Mercatini dall’atmosfera natalizia unica quelli di Rango, soprattutto al calare del sole quando luci e addobbi danno il meglio di sé, grazie al fatto che - a differenza delle casette di legno che animano la maggior parte delle manifestazioni natalizie - qui invece è un antico borgo con vòlti, cantine, vecchie stalle e androni a prendere le fattezze di un presepe a dimensione reale e offrirsi ammantato di simboli e profumi natalizi agli occhi dei turisti. 
 
Mercatini dall’impatto economico importante: 90mila euro il costo per l’associazione Valorizzazione Rango, ideatrice ed organizzatrice dei mercatini di Rango, soldi che rientrano con gli affitti degli standisti e le sponsorizzazioni; 80 standisti, per metà hobbisti artigiani e per metà con un’offerta enogastronomica; 14 punti di ristoro; 12 giornate di mercatini capaci di generare un terzo del fatturato annuale per una piccola azienda agricola.
 
In un fine settimana i produttori riportano vendite di una cinquantina di bottiglie di vino, 1500 pezzi per una piccola azienda agricola (prodotti da 1 a 5 euro), la Deges (recente cooperativa di produttori locali) si è presentata alla sua prima apparizione a Rango con i taglieri multiprodotto e multiazienda arrivando a venderne circa 500 a fine settimana, c’è chi fra i venditori di prodotti freschi ha sottovalutato la prima domenica e ha finito tutto a mezzogiorno. Proprio l’enogastronomico è negli anni il settore che è cresciuto di più: nell’edizione in corso si registra il picco di presenze delle aziende agricole locali che hanno affollato un mercatino che una volta era invece quasi esclusivo appannaggio dell’artigianato. 
 
Si cercano ancora addobbi, candele, lavori di legno e ceramica ai mercatini, ma sempre più vanno i prodotti a chilometro zero, composte e marmellate, erbe officinali e tisane, specialità fresche da mangiare subito e regalare agli amici: le borse dei visitatori se ne vanno sempre più cariche di prelibatezze locali. «Oltre alla questione economica di fatturato - spiegano dalla Deges - è una questione di strategia aziendale: partecipare ai mercatini cambia l’ottica durante tutto l’anno su come si imposta il lavoro. Per le aziende agricole che hanno fra le criticità il distacco con il grande pubblico o il consumatore, il contatto diretto che offre un mercatino come questo è un’occasione per capire cosa desiderano i consumatori». Per esempio tanti turisti desiderano poter reperire i prodotti durante tutto l’anno, così web marketing ed e-commerce stanno diventando strumenti con i quali avere dimestichezza: «La richiesta costante della gente ai mercatini è di poter reperire i prodotti durante l’anno - spiega Cristian Malacarne, titolare di una piccola azienda agricola - quindi ho capito che dovevo dare una risposta a questa richiesta e da qualche mese ho un servizio e-commerce che sta funzionando». 
 
Un luogo a dimensione di hobbisti, anche: «Quello che mi piace - spiega Francesca Sarti, ceramista - è che la gente ha voglia di ascoltare qui, fatto fondamentale per un prodotto come il mio che va spiegato per mostrare la differenza con il prodotto che trovano nella grande distribuzione o quello estero che inflaziona il mercato della ceramica. Mentre in un mercato cittadino vogliono solo essere serviti e si accavallano, qui vogliono sapere come è stato fatto il prodotto, la lavorazione, vedo come rimangono stupiti del fatto che si possa anche rallentare e questo ambiente lo permette».
 
L’investimento dell’Azienda per il turismo in promozione è minimo: «Nemmeno 10mila euro - conferma Rosanna Bassetti, dell’Apt Terme di Comano-Dolomiti di Brenta - che non vanno tutti in promozione, ma comprendono anche servizi come quello di miniclub per i bambini. La promozione è tutta per passaparola». Non c’è da stupirsi che la fedeltà degli standisti sia altissima: «Chi ha fatto i mercatini continua a presentare domanda - spiega Claudia Cappelletti, segretaria dell’Associazione Valorizzazione Rango - e ogni anno qualcuno dobbiamo lasciare a casa perché cerchiamo di dare spazio ad altri prodotti o produttori».

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