Parco Adamello-Brenta, il direttore lascia dopo tre mesi

di Giuliano Beltrami

Più breve della vita di una farfalla. Così si potrebbe sintetizzare il tempo in cui Silvio Bartolomei, padovano, 54 anni, dottore forestale, è rimasto seduto sulla poltrona di direttore del Parco naturale Adamello Brenta. Ieri, con una mail inviata ai dipendenti, ha annunciato le sue dimissioni.
Alla fine di luglio il Comitato di gestione aveva ratificato la scelta della Giunta e aveva nominato ufficialmente Bartolomei alla direzione. Il 21 agosto scadeva l’incarico di Roberto Zoanetti, per cui il nuovo direttore ha preso possesso dell’incarico. Ora, esattamente dopo novanta giorni, ha mollato. Motivo? Nella mail spedita ai dipendenti giustifica con «motivi familiari». La domanda che subito si sono fatti in molti è conseguente: «Perché? Non lo sapeva anche prima di accettare che avrebbe dovuto trasferirsi a Strembo?».
Sarà la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro? Apparentemente non aveva avuto screzi con la presidenza e con la struttura. Certo, la sua elezione non era stata unanime: infatti 12 membri del Comitato di gestione si erano schierati contro la scelta della Giunta. A voler guardare il bicchiere mezzo pieno 36 (tre quarti del Comitato) avevano votato a favore; a volerlo guardare mezzo vuoto, 12 sono tanti in un Comitato che su scelte come questa dovrebbe avere la quasi unanimità. E prima della nomina, qualche critica (soprattutto nel corpo forestale) si era levata perché si era scelto uno proveniente da fuori, quando simili competenze esistono anche in Trentino.
Comunque sia, la scelta è stata fatta e si pensava di aver risolto il problema per i prossimi cinque anni. Per la verità qualche screzio pare esserci stato, sia pure in un tempo così breve. Lo dicono alcune delibere di acquisto di servizi e beni per il Parco, avvenuti in quel di Padova, dove evidentemente Bartolomei aveva conoscenze. Acquisti assolutamente legittimi, ma qualcuno all’interno della Giunta pare non abbia digerito che si andasse così lontano in considerazione dell’esistenza dei beni e dei servizi acquistati anche in provincia di Trento.
Come detto, Bartolomei era arrivato al posto di Roberto Zoanetti, al quale alla scadenza del contratto quinquennale il presidente e la Giunta avevano deciso di non rinnovare l’incarico. Alla base della scelta c’era un rapporto difficile fra il forestale tionese ed il nuovo presidente che aveva sostituito Antonio Caola.
La prova sta nel fatto che nella cinquina di candidati alla direzione, quest’estate, Zoanetti era stato subito scartato. Ruggero Giovannini (dirigente provinciale in aspettativa per fare il direttore della Federazione Cacciatori) si era ritirato prima della selezione. Erano rimasti in lizza Marcello Scutari, Cristiano Trotter e Silvio Bartolomei. Ma non c’era stata nemmeno gara, perché si sapeva già da settimane prima che si svolgesse la selezione che era stato scelto l’ex direttore del Parco dei Colli Euganei.  Ora Silvio Bartolomei se n’è andato.
Il presidente Joseph Masè:«Le dimissioni del direttore fino ad oggi non sono pervenute all’ente. Egli, però, in più occasioni mi ha evidenziato di non riuscire a conciliare il lavoro al Parco con la famiglia e che sta seriamente valutando di rinunciare all’incarico in quanto per lui la famiglia è prioritaria. Lunedì lo incontrerò in sede per fare il punto della situazione e per capire se la decisione è già maturata o se vi sono margini per soluzioni alternative».

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