Erbicidi, quanti ne usa il Comune?

Il Gas La Formica ha scritto ai Comuni delle Giudicarie esteriori per sapere come viene usato il glisofato

di Denise Rocca

Erbicidi possibili cancerogeni, ma soprattutto quanti ne usa il comune? Questa la domanda oggetto di una lettera aperta giunta a tutti i comuni delle Giudicarie Esteriori, portando all’attenzione locale un dibattito internazionale. Il Gas (Gruppo di acquisto solidale) «La Formica» ha chiesto ai comuni informazioni riguardo ai glifosati, ovvero i diserbanti. I membri del Gas, senza alcuna polemica a dire il vero, ma applicando quel diritto poco sfruttato dai cittadini in genere che è il chiedere conto agli amministratori del proprio operato, hanno inviato una lettera dove chiedono delucidazioni e riprendono il dibattito internazionale in corso.

Riassumiamolo: il glifosato è il principio attivo di un erbicida utilizzatissimo nel mondo agricolo, ma anche altrettanto dibattuto: la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione) lo ha classificato «probabile cancerogeno», ma pochi mesi dopo c’è stato un passo indietro del mondo scientifico quando questo risultato è stato confutato nelle conclusioni, con un altrettanto dibattuto report in materia, da un altro studio dell’Oms e infine l’agenzia per lo studio delle sostanze chimiche dell’Ue finirà nel 2017 la sua ricerca in merito.

Lo scorso 6 giugno i paesi dell’Unione Europea hanno bocciato la proroga per il suo utilizzo fino a fine 2017 chiesta dalla Commissione Eu: un solo stato, Malta, ha dato apertamente parere negativo, ma nazioni di peso fra le quali anche l’Italia, la Germania e la Francia si sono astenute, facendo mancare i numeri per procedere. La questione resta ancora aperta perché la Commissione può ancora decidere di avvallare l’utilizzo per qualche tempo.

Ecco che, in Giudicarie, a chiedersi come e in quali quantità questa sostanza viene utilizzata sono stati proprio i membri del Gas La Formica, con la loro lettera ai comuni. «L’uso di glifosato in agricoltura (massiccio, anche in Giudicarie) - scrivono - ci preoccupa ma nè noi nè i comuni possiamo fare molto, il principio è autorizzato. Le considerazioni che facciamo qui riguardano l’uso che ne fanno i comuni, direttamente o a mezzo terzi, sulle strade urbane: siamo proprio sicuri che le strade debbano esibire la pulizia di un obitorio?».

Sì, perchè nel Gas c’è chi ricorda bene l’assenzio o il «Médech Maìster», che prosperavano ai bordi delle strade e non lo trovava affatto una brutta visione. «Vogliamo riflettere sul fatto che si spendono soldi per le giardinerie pubbliche - argomentano - mentre si paga per sopprimere fiori sfuggiti ai giardini privati e insediatisi, a quanto pare abusivamente, ai bordi delle strade?».

Gli scriventi chiedono di sapere quanti chili di glifosato vengono acquistati annualmente per il diserbo delle strade urbane, e l’attenzione è soprattutto alla salute: «Vi sentite di rassicurare i censiti che gli operatori sono coperti da tutti i dispositivi di protezione individuale per eccesso di prudenza e già non per un vero pericolo per la salute, loro e del pubblico?». E infine una proposta: ritornare, almeno nella cerchia urbana, al buon vecchio diserbo manuale «l’unico che può definirsi selettivo perchè fatto da chi è capace di distinguere una graminacea da un’erba aromatica o ornamentale e, insieme, rispettoso della salute pubblica e degli stessi operatori».

comments powered by Disqus