Strage di capre e manze per un branco di randagi

Nella zona di Vacil due attacchi in poche ore ad opera di quattro animali inselvatichiti

di Giuliano Beltrami

Orsi, lupi, cinghiali... L'homo montanus ormai si raccomanda al Padreterno ogni volta che imbocca un sentiero; trema ogni volta che attraversando un bosco sente un fruscio, dietro al quale ci potrebbe essere un animale pronto ad assaltare. Lontani i tempi in cui Cappuccetto Rosso si fidava del lupo! Ma a ben pensarci forse c'è di peggio, e stavolta è proprio colpa dell'uomo.

Prendi i cani, prima allevati, poi abbandonati e inselvatichiti, che (come spiegano gli etologi) perdono il loro istinto. Un esempio è proprio di questi giorni. C'è apprensione nelle malghe che costellano il versante occidentale della valle del Chiese nella zona di Storo e Darzo. A malga Vacìl e malga Spina (rispettivamente su territorio di Storo e dell'Asuc di Darzo) sono comparsi improvvisamente l'altra sera (indesiderati, si capisce) quattro cani randagi, che probabilmente provenivano da Bagolino, il paesone bresciano le cui montagne confinano con quelle di Storo. Gli animali hanno gettato il terrore fra le vacche e le capre che erano tranquillamente al pascolo. Chiedilo a Livio e Marino Buccio (che alpeggiano a malga Spina) e al ventunenne Kevin Rassega, di Vestone, che gestisce malga Vacìl per conto del noto allevatore Marco Carli delle Giudicarie Esteriori. Un'esperienza che non si augura a nessuno. Nel sentire i latrati il gregge di capre ospiti di malga Vacìl se l'è data a gambe levate, ma i cani sono più veloci delle capre: le hanno inseguite e hanno sbranato quelle che riuscivano a pigliare, semmai servisse sottolinearlo. Ieri mattina il giovane Kevin non ha potuto far altro che contare le perdite: su una cinquantina di bestie, due sono state trovate morte, mentre di tre si sono smarrite le tracce.

Livio Buccio, dal canto suo, se ne è viste sparire un paio. A suon di ricerche e di avvistamenti con il cannocchiale, sono state localizzate le altre, che per fortuna, nonostante fossero visibilmente spaventate, erano vive. Fine della prima puntata. La seconda è andata in scena ieri mattina, quando sugli stessi pascoli si sono presentati tre cani dal piglio feroce, al posto dei quattro del giorno prima. Stavolta si sono accaniti con le manze affidate anch'esse al povero Kevin, già provato dal giorno prima, aggredendole e riducendole in uno stato (non sappiamo se più psichico che fisico) non proprio buono. 

Naturalmente anche vener mattina i cani sono riusciti a mettere in fuga la mandria, tant'è che a metà giornata all'appello mancavano un paio di vitelli che non si sa dove siano finiti. La speranza è che per il terrore non si siano infilati in qualche precipizio. Inutile dire che la preoccupazione degli allevatori è forte: preoccupazione e pure una bella dose di paura, perché (come si diceva) i cani inselvatichiti hanno perso ogni fair play naturale e assumono una crudeltà incontrollata.

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