Un organo tutto nuovo per la chiesa di San Martino

di Giuliano Beltrami

Sarà per l’atmosfera solenne delle chiese, sarà per la sua voce maestosa e i meccanismi misteriosi di canne e registri, tastiere e pedali, sta di fatto che l’organo è uno strumento affascinante come pochi. Affascinante e legato alla tradizione religiosa. Purtroppo molti degli organi più vecchi sono andati in rovina, nonostante le cure di associazioni e di organari. Ma c’è chi ha deciso di investire per avere un organo nuovo, ma con caratteristiche storiche.

È il caso dell’amministrazione comunale di Cimego, che stasera inaugurerà il nuovo organo che troneggia nella chiesa di San Martino, alle 20.30, costruito dopo anni di lavoro dall’organaro Giorgio Carli di Verona. A suonare sarà Stefano Rattini, organista titolare del Duomo di Trento, in una cerimonia cui interverrà il vicario generale della Diocesi don Lauro Tisi. A seguire, nelle prossime settimane, altri musicisti, perché, come afferma il sindaco di Cimego Carlo Bertini, «questo organo è un patrimonio talmente importante che va valorizzato ben oltre i confini del nostro paese».

La storia degli organi di Cimego non sarà lunghissima (anche se qualche storico sostiene che ve ne fosse uno fin dal Seicento), ma è curiosa. Quello costruito nel 1844 (di tradizione italiana, sebbene fossimo nell’impero austro-ungarico) fu distrutto durante la Prima Guerra Mondiale che, com’è noto, nel Chiese aveva uno dei fronti più freddi, ma dove si sparavano cannonate da una parte all’altra della valle. Il secondo, costruito nel 1929, è ora sostituito con questo nuovo, che si caratterizza per la sua particolare tipicità costruttiva, perché segue lo stile barocco/tedesco di Silbermann, riportando lo strumento alla meccanica dell’epoca.  «Peccherò pure di presunzione - scrive nella pubblicazione Giorgio Carli - ma con questo ultimo lavoro, con il quale ho raggiunto il per me ragguardevole numero d’opera 101, credo di aver reso felici un po’ di persone».

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