«Borgo Chiese» mandato a picco

di Giuliano Beltrami

Ore 21: i seggi si chiudono e in tutti i paesi è stato raggiunto e superato il quorum, con punte di partecipazione molto elevate. Come a Castel Condino, dove peraltro era previsto che si recassero in massa alle urne, data la forte polemica scatenata proprio dai castellani contro il progetto di fusione.
Passano meno di tre quarti d'ora e da Castello arrivano le cattive notizie per gli altri tre comuni: partecipazione al voto altissima (160 elettori su 181) e bocciatura del progetto con 88 contrari e 72 favorevoli. Il progetto è finito nelle ortiche.
Poco conta che a Brione l'87,8% dei votanti abbia messo nell'urna il proprio consenso al progetto. E poco conta che abbiano detto sì anche Condino (578 sì e 153 no) e Cimego, dove 150 si sono espressi per il sì e 90 per il no. Se uno dei comuni interessati rigetta la proposta il progetto si inchioda.
Qualcuno se la sentiva? «Il problema - ci diceva poco dopo le 17 il sindaco di Condino Giorgio Butterini - non è il quorum, che ormai è stato raggiunto ovunque, trattandosi di scavalcare il 40%. Non è il quorum, ma la sostanza».
Tradotto, quanti diranno sì alla fusione, quanti diranno no. E il pensiero era rivolto principalmente a Castel Condino. Il clima era rovente all'inizio, soprattutto a Condino, dove si era formato un comitato, ufficialmente contro il nome (meglio Pieve di Condino che Borgo Chiese), ma in realtà contro la fusione. Poi si era andato lentamente placando, salvo a Castel Condino, dove invece si è incattivito fino all'ultimo, se è vero (com'è vero) che nel calderone della fusione è finito dentro di tutto, compresa l'Unità pastorale che già unisce i quattro paesi e che deve essere colpevole di chissà quali peccati. Insomma, gli anti fusione non se ne sono risparmiata nemmeno una. Il risultato h dato loro ragione.
Era presto ieri sera per ragionare a botta calda. Fra i promotori della fusione si respirava un'aria di scoramento. Laconico Butterini: «Era un film già scritto». C'era chi buttava lì la battuta: «Sarebbe bello che chi si è schierato contro, si candidasse alle prossime elezioni per governare, così capirebbe le difficoltà che stiamo vivendo». Per contro c'era chi pensava alla possibilità di rifare a marzo il referendum: a tre stavolta, anziché a quattro. Fra questi c'è Carlo Bertini , sindaco di Cimego, soddisfatto del risultato al suo paese: «Non mi aspettavo 60 voti di differenza, perché anche qui ci sono i contrari che hanno fatto una battaglia decisa. Ciò che mi aspettavo, purtroppo, è che a Castel Condino dicessero di no. Io sono già stato scottato tre anni fa, quando parlavamo di fusione fra Cimego e Castello, ma alla fine i castellani si sono ritirati. Andranno a Storo con la gestione associata, che ci vuoi fare?».

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