Val di Fiemme / Sanità

L'incontro con Fugatti sull'ospedale di Cavalese: in sala si levano molte voci contrarie

Cittadini perplessi sulla proposta promossa da Provincia e Apss di costruire una nuova struttura nella piana di Masi. Il presidente: «Ci poniamo in un’ottica di dialogo e ascolto, dando la possibilità al territorio di scegliere»

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di Andrea Orsolin

CAVALESE. Non sarà una sola voce a rappresentare il pensiero dei moltissimi cittadini presenti ieri sera in un Palafiemme stracolmo, ma ogni applauso che il pubblico ha tributato alle parole di Marcello Mazzucchi, per quarant’anni gestore del vivaio Lagorai a Masi, può essere significativo del pensiero dei fiemmesi sul futuro della sanità di Fiemme.

La proposta promossa da Provincia e Azienda sanitaria di costruire una nuova struttura nella piana di Masi, dove Mazzucchi ha lavorato per molti anni, non sembra piacere.

«Il vivaio di Masi è un luogo ottimo per coltivare piccoli abeti, forse anche i cavoli, ma pessimo per andare a viverci e per andare a curarsi - ha detto l’ex gestore del vivaio - È una buca ombrosa e di gelo, poi se il rio Lagorai si arrabbia e straripa, ci viene addosso. In quel posto manca la sicurezza».

Il “proprietario” di quell’area, lo scario della Magnifica Comunità di Fiemme Mauro Gilmozzi, ha rincarato la dose. E anche qui gli applausi non sono mancati.

«Il consumo di suolo deve essere stoppato. Invece quando è arrivata la prima proposta privata la Provincia ha detto subito di sì. Abbiamo l’abete rosso in pericolo, attaccato dal bostrico, e si vuole distruggere il vivaio che ci dà alberi per aiutare i boschi a rinascere. Non sono stati fatti studi sull’analisi del traffico, mancano tante altre valutazioni. Il dovere della Provincia era aprire un dialogo competitivo con tutte le imprese, verificando prima la localizzazione e poi discuterne con la popolazione. Non venire a giochi fatti a scegliere tra una “macchina” e l’altra. Con i soldi che si risparmiano con la ricostruzione dell’attuale si potrebbero pagare un po’ meglio i professionisti della sanità».

Arrivano poi critiche sul ruolo dell’azienda privata proponente e sull’organizzazione della serata, a detta di alcuni troppo tecnica e con spazio solo alla fine per gli interventi del pubblico.

L’apertura è spettata al presidente della Comunità territoriale di Fiemme Zanon, che ha ricordato l’importanza della scelta, e al sindaco di Cavalese Sergio Finato, che ha ribadito la sua posizione a favore della ricostruzione dell’ospedale attuale.

Parola poi al presidente della Provincia Maurizio Fugatti che ha spiegato il percorso fatto finora. «Noi ci poniamo in un’ottica di dialogo e ascolto, dando la possibilità al territorio di scegliere le opzioni in gioco». I primi segnali dati ieri sera dai cittadini sembrano chiari.

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