Val di Fiemme / Il ricordo

Strage del Cermis, il dolore e la memoria 24 anni dopo. L'appello dei giovani: impegno per evitare simili tragedie

Il 3 febbraio 1998 un aereo militare americano tranciava i cavi della funivia facendola precipitare e causando venti morti. Il 9 marzo 1976 l'altro incidente, che provocò 42 vittime. Oggi a Cavalese una cerimonia con la messa in suffragio delle vittime e come momento di riflessione e di vicinanza ai familiari

LA TRAGEDIA 3 febbraio 1998, ore 15.13: un aereo Usa trancia i cavi della funivia

di Andrea Orsolin

CAVALESE. Ventiquattro anni fa, come oggi, venti persone senza colpa morirono a seguito di una spericolata e incosciente manovra effettuata dai piloti di un aereo del corpo dei Marines statunitense, che durante un’esercitazione tranciò il cavo della funivia determinando lo schianto della cabina.

Il 3 febbraio ricorre l’anniversario della seconda tragedia del Cermis.

La prima avvenne il 9 marzo 1976: a causa dell’accavallamento del cavo traente con il cavo portante la cabina precipitò a terra causando la morte di 42 persone.

A ricordo di due ferite ancora aperte l’amministrazione comunale di Cavalese e la Parrocchia di Santa Maria Assunta hanno organizzato per oggi nella Chiesa dell’Addolorata una celebrazione commemorativa in ricordo delle vittime dei due disastri del Cermis.

Una messa a suffragio delle vittime e un momento di riflessione e di vicinanza alle loro famiglie.

Lo spazio giovani “L’idea” ha fatto appello ai giovani di Fiemme per unirsi al momento, anche solo con il pensiero.

«È da pochi giorni trascorso il 27 gennaio, ufficialmente riconosciuto come Giorno della Memoria - hanno scritto in una lettera - Coltivare la memoria è importante per imparare e trarre insegnamento da errori che generano orrori e questo principio deve essere esteso a tutte quelle situazioni che, come la Shoah, hanno portato l’uomo a fallire irrimediabilmente.

Ora ritorna una data che Cavalese e la Val di Fiemme non possono dimenticare.

Ci permettiamo di chiedervi di fermarvi a riflettere sulle catastrofi che hanno colpito la nostra valle così drammaticamente, ricordando anche la catastrofe della Val di Stava del 19 luglio 1985 con le sue 268 vittime innocenti a causa del crollo delle discariche minerarie di Prestavèl.

Il nostro è quindi un invito a coltivare la memoria di quanto accaduto e del perché è accaduto, per contribuire a diffondere una cultura di pace e di rispetto per la vita.

Il fatto che nel mondo si siano purtroppo verificati disastri e drammi analoghi a quelli che ha vissuto la gente di Fiemme dovrebbe farci capire che possiamo e dobbiamo gridare più forte».

Il vicepresidente ladino del consiglio regionale, Luca Guglielmi, ha preso parte alla cerimonia.

Guglielmi - in una nota - fa propri e sottolinea alcuni concetti espressi durante la messa: «Non si tratta di riaprire vecchie ferite ma di ricordare la scomparsa di persone che erano salite in quest'angolo di Trentino per vivere dei momenti spensierati, di vacanza. Resta il monito per dei comportamenti che hanno avuto conseguenze drammatiche. Si deve lavorare tutti assieme per evitare che si ripetano", conclude la nota».

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